(Napalm Records) Dopo lo scialbo “Healed by Metal”, i Grave Digger tornano alla carica con il loro 18° disco in studio; meglio certamente del suo predecessore, perché Chris Boltendahl e soci si sono impegnati a cambiare qualcosa e a tentare qualche sentiero meno battuto… ma comunque a tratti incerto, perché non tutte queste ‘novità’ non sempre vanno nel verso giusto. Il dettaglio? La quasi titletrack “Fear of the living Dead” ha un ritornello più melodico del solito, che stona con il riff grasso e tipicamente Digger: l’inizio è da dimenticare! Pomposa (forse anche troppo) “Blade of the Immortal”, mentre è heavy/power melodico e ben costruito “Shadow of the Warrior”, che ha anche dei fraseggi folk quasi alla “Clansman” degli Iron Maiden. Classica ma per nulla disprezzabile “What War left behind”, mentre ha un certo feeling Motorhead “Fist in your Face” (e anche in questo caso il risultato è godibile). “Insane Pain” ci butta dentro pure una citazione dai Led Zeppelin… e poi abbiamo “Zombie Dance”, che essendo scritta in collaborazione con i Russkaja, o si ama o si odia nel suo essere assurdamente un ponte fra folk russo e heavy metal classico! Resta il fatto che, dopo numerosi ascolti, tranne la “Dance” non mi è rimasto quasi nulla in testa… ma pretendere che i nostri convincano ancora come ai tempi della trilogia storica, o anche soltanto ai tempi di “Liberty or Death”, mi rendo conto essere del tutto fuori luogo.

(René Urkus) Voto: 6,5/10