(Napalm Records) Stavolta, forse, no. Certamente i Grave Digger non devono dimostrare niente a nessuno, certamente non devono inventare nulla, certamente eccetera eccetera: però questo “Healed by Metal”, 17° full-“length” breve quanto scontato, mi sembra decisamente sotto gli standard. Bolthendal e soci si sono davvero limitati al compitino, senza creare un refrain vincente che sia uno, e senza dedicarsi in modo serio al songwriting: ne esce una sagra dei cliché un po’ desolante, e per la prima volta ascoltando un loro album non mi si è fissato niente nella memoria. La titletrack parte subito con il suo coro da stadio, e devo dire che il riff ha qualcosa di più moderno del solito; si torna alla classicità assoluta con “When Night falls”, ignorantissimo il coro di “Lawbreaker”. Epicità a piene mani con “Call for War”, poi con la sguaiata “Ten Commandments of Metal” si torna all’atmosfera da arena metallica, con un chorus che non si sentiva dai tempi di “Fighting the World” dei Manowar. Trascinante quanto ingenua anche “Hallelujah”; un po’ stucchevole la conclusiva “Launghing with the Dead”, con il suo coretto ‘ah-ah-ah’. Un disco che scorre via in un attimo, e che, a mio modesto parere, non sarà ricordato a lungo…

(René Urkus) Voto: 6/10