(Burning Skull Records) Per il secondo album i nostalgici norvegesi Blot si accasano finalmente con un’etichetta, dopo un EP ed un debutto (qui) autoprodotti. Gli ululati dal freddo nord si sentono eccome, forti e minacciosi, grazie al loro contorto mix di black, death, pagan, senza dimenticare alcuni spunti è maledettamente inneggiante al nord mitologico, quello dei guerrieri norreni, quello dei sanguinari vichinghi, quello della loro terra, quello della loro storia! Brani ricchi di melodia, di ritmica, di aggressività, con linee vocali tra il tuonante ed il demoniaco, danno vita ad un album non originale ma molto coinvolgente, il quale sa erigere su un piedistallo marcatamente black permettendo alla band di divagare con gusto ed innegabile energia. “Taakens ulmende hyl” offre furia e tendenze folk con un’alternanza interessante, tanto che l’ascoltatore è continuamente spinto verso il campo di battaglia per poi essere trascinato -boccale alla mano- verso una festa in qualche villaggio disperso tra i fiordi. Più fiera e sanguinaria “I takt med Fanden”, brano nel quale è impossibile non percepire l’influenza (piacevole) dei miglior Amon Amarth. Black metal intenso ed un death iper melodico ricco di chitarra solista con “Scales of Ancient Stride”, più folky e festosa “Fanitullen”. La vena black emerge tuonante con la marziale title track, “Aegirs brusende rike” saltella con efficienza tra death melodico, black efferato e folk deliziosamente melodico, prima della conclusiva “Berserker Storm” forse il brano più assetato di sangue, di battaglia, di gloria da tramandare ai posteri. Maledettamente vichinghi. Desiderosi di battaglia e di razzie. Tutto questo senza troppa immagine o tendenze trendy, cosa che dona alla band un connotato di sincerità e purezza attitudinale!

(Luca Zakk) Voto: 7,5/10