(Prophecy Productions / Magnetic Eye Records) E chi sarebbe questo inglese, questo Arthur Brown? Un signore che non ama rispettare le leggi, abituato a live performance estreme, un tizio che sembra abbia pure inventato il corpse paint, cosa che ha fatto il successo di personaggi come Alice Cooper, Kiss…. e più o meno qualsiasi band black metal venuta dopo, ovvero una cosa molto interessante se consideriamo che il soprannome di Brown è ‘The God of Hellfire‘. Ma Non è tutto: Brown nel 1975 recita nel film “Tommy”, diretto da Ken Russell, basato sull’album “Tommy” degli Who (uscito nel 1969, una delle prime opere rock nella storia della musica); ha suonato con gente come Carl Palmer, quello degli Emerson, Lake & Palmer… oltre che collaborato con Alan Parsons Project, David Gilmore, The Prodigy, Bruce Dickinson, The Stranglers, Kula Shaker, Die Krupps. Se non l’avete capito, sto parlando del mitico Arthur Brown degli The Crazy World of Arthur Brown, quelli del famosissimo brano “Fire”, oggetto di una infinita serie di cover. Ed ecco che a 80 anni suonati (Arthur è nato il 24 giugno 1942) esce il suo ottavo disco, con un titolo che da solo riassume una vita di eccessi, di stranezze, di picchi… siano essi di fama o di insuccesso! Basta rock progressivo o deviato… qui Arthur si lascia andare ad un blues rock personale, sempre capace di sfaccettature inquietanti, demoniache, grazie anche al suo range vocale ampio e seducente. Un pioniere che continua a ricordare a tutti cosa vuol dire arrivare prima degli altri: senza di lui l’heavy metal, specialmente dal vivo, forse non sarebbe quello che conosciamo. Brown è artista senza il quale non esisterebbe Alice Cooper (parole di Alice Cooper!), un uomo più avanti del suo tempo (parole di Elton John), una grande influenza per Bruce Dickinson, un performer a 360° tanto che Pete Townshend (The Who) lo definisce tanto cantante quanto ballerino. Pioniere assoluto del shock rock e di ogni tendenza occulta del progressive rock: davvero, senza di lui tutti noi non esisteremmo, non nelle forme che conosciamo. E se questo signore, a questa età, decide di pubblicare un disco blues, con chitarre seducenti, organi ed armoniche a bocca… vuol dire che è un disco DA ASCOLTARE. Un disco indubbiamente DA AVERE!

(Luca Zakk) Voto: 10/10