(autoproduzione) Abile chitarrista Avi Rosenfeld, collaboratore di diversi musicisti, nonché autore di tanta, tantissima musica QUI disponibile. Rosenfeld è influenzato da Ritchie Blackmore, ex Deep Purple e uno dei più grandi chitarristi della storia del rock, e dunque il suo creare è anche direttamente collegato a cose proprio dei Deep Purple, Rainbow ma anche gli Iron Maiden più classici e i Judas Priest. Poste le influenze, le scuole di pensiero artistico, la sostanza di “Very Heepy Very Purple XIV” è che sembra arrivare dalla metà degli anni ’70 e non necessariamente legato in pieno a schemi Deep Purple e Rainbow, anzi qualcosa dei grandiosi e mai troppo celebrati Uriah Heep si avvertono tra questi pezzi. Il titolo poi si rifà proprio a un celebre album della band britannica e cita dunque anche i Purples. Sinceramente, l’album è molto derivativo eppure è qualitativamente superlativo. Lo è per le chiarie doti chitarristiche di Avi Rosenfeld, in più i suoi solo e svolazzi sono si evidenti ma non imposti all’economia dei pezzi. Inoltre ogni canzone dell’album ha una sua peculiare identità. Sempre classica, sempre ancorata a certe cose già note ma esposte con valore. Si ascolti “In The Mass Grave” con il cantato di Stefano Stex Sbrignadello – nell’album sono presenti diversi musicisti – e il violino di Sanja Smileska Mihajlovski, si avvertirà il livello e la grandezza del pathos di una canzone si di altri tempi ma memorabile.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10