(Inner Wound Recordings) Sono dunque otto album in carriera per Magnus Winterwild, voce e basso, e compagni di band. Axenstar sono alfieri di un power metal di natura classica, come già l’opener “Heavenly Symphony” dimostra: riff di fuoco, brillante, batteria che scandisce la cadenza, tastiere che elevano l’atmosfera e poi quella corsa sfrenata e solare verso l’apertura delle strofe e con uno stile vicino agli Helloween. L’uso di tastiere avviene senza concedervi una predominanza melodica e servono dunque a marcare l’epicità delle canzoni. Il tappeto dei tasti bianchi e neri ha un’epicità che avvicina alcune atmosfere degli Axenstar agli Stratovarius, nonostante però i primi usino le tastiere in maniera delicata. Manifestando i tipici canovacci del genere, gli svedesi presentano però qualche pezzo elettrizzante e degnamente power metal: la già citata opener, la gloriosa “The Flame of Victory”, mentre nella seguente “No Surrender” si distingue per un passo più veloce e un incipit e tema portante ‘maideniani’, nonché un legato successivo che divora le note. Irresistibile il ritornello di “Eye for an Eye”, però incastrato in un contesto prevedibile. Una menzione anche per “The War Within” per essere di fatto un pezzo avvicinabile a un atipico, rispetto al resto dell’album, hard & heavy dai tratti AOR.

(Alberto Vitale) Voto: 6,5/10