(Debemur Morti Productions) Vindsval con la sua creatura Blut Aus Nord ha sempre sperimentato ed è stato anche capace di ritornare indietro sui suoi passi. Dal black metal al post black metal e via verso orizzonti nuovi o riprendendo stili messi momentaneamente da parte. Il tutto ha tratteggiato una discografia che oggi risulta imponente. Se l’ultimo album “Hallucinogen” ha enunciato un mondo lisergico quanto misterioso, “Disharmonium – Undreamable Abysses” – sul titolo c’è il sospetto che possa essere un nulla totale – presenta un’atmosfera infernale. L’inferno in certi ambiti della discografia dei BAN, sembra essere il regno per il quale riescono a creare le migliori atmosfere che lo descrivano. “Disharmonium – Undreamable Abysses” avanza come un carro armato nell’iniziale “Chants Of The Deep Ones”, con i suoi ritmi che quasi ricordano certe avanzate dei Bestial Warlust per quanto sono insistenti, frenetiche. Il guitarworking è una tempesta, infernale ovviamente. Le voci sono un altrettanto turbinio di anime in pena e demoni che le soverchiano. Lo scenario, figurativamente, sembra proprio questo: una dimensione spaventosa e dannata. Orbene, pezzo dopo pezzo se il tono della dannazione resta tale, lo è anche la sua fisionomia e struttura o almeno a grandi linee. Blut Aus Nord alla lunga alzano o abbassano i ritmi, alzano o abbassano le lancinanti rasoiate delle chitarre, alzano o abbassano i toni creando un’ipnosi rumorosa, però l’oscurità, la dannazione e l’orrore insiti nelle atmosfere dei pezzi è sempre la stessa. Un avant-garde che vive di dissonanze e caos ed è tale per tutta la durata di “Disharmonium – Undreamable Abysses”. La vera sensazione all’ascolto di questo nuovo album è quella di assistere ad un’unica composizione suddivisa in più movimenti, cioè i sette pezzi della tracklist. In questa fiumana il valore più grande sembra proprio essere quell’atmosfera che tenta di leggere i contorni dell’inferno. Forse “Disharmonium – Undreamable Abysses” è un lavoro fatto per stupire, per ‘disturbare’, ‘minacciare’ più che essere stato concepito come un album vero e proprio.

(Alberto Vitale) Voto: 7/10