(Scarlet Records) I lusitani Glasya traggono ispirazione dai miti e storie dei persiani. “Attarghan” viene registrato con l’ausilio di un narratore che tra le varie composizioni dell’album racconta di Attarghan, un comandante che guida il proprio popolo alla ribellione contro i colonizzatori. L’uso della narrazione tra i pezzi ovviamente può anche essere un elemento meno interessante al fluire della musica, tuttavia il narrato ha comunque ritmo e spesso si integra ai pezzi stessi. La band che spesso si è definita ‘soundtrack metal band’ ripropone questo suonare che trova spunto da formazioni blasonate come Nightwish ed Epica e il tutto con una sottile vena power metal. Una symphonic metal band che colloca il proprio concetto sonoro in scenari con composizioni che fungano appunto da colonna sonora. Atmosfere maestose, potenziate da cori, che si propagano con forte personalità e possanza. Oltre un’ora la durata di “Attarghan”, tra le composizioni anche elementi sonori che rievocano scenari mediorientali. Purtroppo però sono pochissimi e invece la band potrebbe insistere su questi elementi che sono parte del concept lirico e concettuale posto all’origine della loro musica. La voce di Eduarda Soeiro è imponente, autorevole, ad essa si aggiunge quella maschile ma in growl. Chissà se al posto di quest’ultima l’uso di una clean maschile non possa offrire un valore ulteriore. Nonostante le sottolineature o inviti a migliorarsi, i Glasya con “Attarghan” incidono un album strutturato, pensato. Anche se le composizioni spesso offrono lo stesso tipo di passo nel tessuto chitarristico e nel suo supporto ritmico, la band espone un progredire nei pezzi affatto trascurabile. Si spera che i Glasya personalizzino ancora di più il proprio suonare, intanto in oltre un’ora tirano fuori molta e interessante materia sonora.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10