copWolfhoffmann(Nuclear Blast Records) Il binomio metal/musica classica non è certo una novità. Molti musicisti in ambito hard’n’heavy si sono cimentati in carriera con partiture classiche. Basti pensare al virtuoso Yngwie Malmsteen, da sempre ispirato nelle sue composizioni da grandi compositori come Bach o Paganini, al punto di arrivare a comporre alcuni anni fa, un’intera opera per orchestra e chitarra elettrica. Un altro esempio di questo binomio è The Great Kat, folle personaggio che ha reinterpretato brani classici in versione speed metal. Wolf Hoffmann, chitarrista dei tedeschi Accept, ha scelto un approccio piuttosto differente dagli artisti precedentemente citati, riprendendo le linee melodiche dei brani reinterpretati, ma metallizzandoli a dovere, inserendo nelle partiture classiche (pienamente rispettate), solidi riffs che portano innegabilmente cucito addosso il marchio Accept, con quel suono distorto e sporco di chitarra che abbiamo imparato ad amare nell’assolo di “Metal Heart”, quando l’axe man tedesco ha reinterpretato a modo suo l’aria di “Per Elisa”. Il risultato è assolutamente godibile, e risulta incredibile come le partiture heavy inserite in “Scherzo”, secondo movimento della nona sinfonia di Beethoven, si integrino alla perfezione con quelle classiche del brano originale. La drammatica epicità del “Lago Dei Cigni” di Tchaikowsky si sposa alla alla perfezione con le improvvisazioni sia in fase solista che nel riffing da parte di Hoffmann. “Pathetique” di Beethoven viene stravolta e trasformata in un pezzo power/speed metal, con predominanza di cavalcate di chitarre puntellate dall’orchestra che duella con il chitarrista in fase solista. L’inconfondibile incedere cadenzato della “Sinfonia No.40” di Mozart è fin troppo riconoscibile e poco soggetta a variazioni, quindi Wolf, in questo caso, opta saggiamente di non operare troppi stravolgimenti. Molto toccante e malinconica l’aria “Je Crois De Entendre Encore” di Bizet. Un album davvero ben confezionato, rispettoso dei capolavori reinterpretati, ma allo stesso tempo riarrangiati con gusto, rivestendoli di una corazza di metallo senza snaturarne il fascino originale.

(Matteo Piotto) Voto: 9/10