(Autoproduzione) Anni fa in Italia avevamo una onorevole scena hardcore e genuinamente ammirata anche nel resto d’Europa. Avevamo anche una discreta scena thrash metal che pure ha prodotto gente d’interesse al di fuori dei confini nazionali. Sicuramente Schizo, Bulldozer, Braindamage, Extrema, Necrodeath e poi ci sono altri che hanno brillato fantasticamente ma solo per poco tempo. Questo per dire che in Italia il genere ha sempre trovato i suoi adepti che hanno sudato sette camice, ma spaccato in continuazione ogni critica possibile. Spunto generico, ma indotto dall’ascolto di questo EP dei pescaresi Interceptor. Le canzoni scivolano via e penso a come in Italia spesso e volentieri è saltato fuori qualcuno che il thrash metal sapeva davvero suonarlo o almeno metterci la giusta attitudine, ma anche una dose di sentimento, di cuore, di interpretazione. Gli Interceptor suonano thrash metal, magari in qualche pezzo sembrano andarci più verso lo speed, ma gli Interceptor sono nella sostanza dei “thrashaioli” e basta. Via l’intro e arriva “2012”, old style a tutta birra. “Drag Me to Hell” e i suoi riff a metà tra Exodus, Vio-lence e Testament, primo periodo e dove compare anche un assolo di Adriano Quaranta (Sawthis). “Take It Out!” è la classica cavalcata serrata e veloce. La title track, mazzata costruita ad arte con più sfumature e spunti, è il pezzo che tecnicamente si distingue (anche qui compare il Quaranta). “See You in Hell” è invece una cover dei Grim Reaper (con la partecipazione di Triumphator e Helka). Il materiale alla fine è poco, ma non lascia indifferente l’ascoltatore e la sensibilità di ogni thrasher può davvero vibrare nell’ascolto di questo EP.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10