(Svart Records) Prima del metal, ma anche un tantino dopo. Divagazioni di ogni tipo, fiati compresi. Punk. Ma anche sensazioni surf rock. Aperture disinibite, che abbracciano funk, space rock e alternative di stampo vintage. Sono al quarto o quinto album, non hanno regole… nemmeno per quanto riguarda il look, dal metallaro rabbioso al borghese tanto elegante quando sessualmente deviato. Musica che non segue schemi, appunto, musica proto rock e proto metal capace di inglobare un po’ tutto quello che passa per la testa a Sampo Kääriäinen e Marco Menestrina, ora supportati al nuovo batterista Mårten Gustafsson. Rocambolesca ma con sorprese a base di linee di basso calde e keys volutamente instabili la opener “Fantastic Corps”. Da qualcosa di soft e quasi da spiaggia a un psico-space-punk allucinato su “I Should Be Running”… ovviamente con intense parentesi prog. Sentore space & blues su “Merja-Liisa” (si, gli Hawkwind vengono citati!), travolgente ed imprevedibile “Weekend Warrior”, semplicemente senza limiti “Border Control”. Molta intimità sui contorti riff di “Ultraviolent Chimpanzee”, prima di una nuova micidiale imprevedibilità della conclusiva ”Walk on Grapes”. ‘Questo semplice trucco’… tanto semplice quanto immenso, annegato nella totale follia, con arte sonora scatenata, libera di vagare senza meta, senza obiettivi… seguendo solo quella scia colorata, brillante, psichedelica, tanto affascinante quanto lacerante. Un album senza la hit catchy o l’impostazione commerciale che punta a stream o radio play; tuttavia un disco che esige, che predente una totale devozione da parte dell’ascoltatore, il quale sarà stuzzicato da una galassia infinita di piaceri carnali, fisici e -perché no- anche ultra terreni.

(Luca Zakk) Voto: 9/10