(Punishment 18 Records) Anche se in attività da pochissimi anni, i Kryptonomicon si sono da subito mostrati con un sound sordido quanto orrido. I loro death/black metal è primevo e fitto di un’oscurità misteriosa. I pezzi di “Infernalia” sono tutti nella stessa vena stilistica, death e black metal miscelati in eguali misure oppure differenti per un risultato, a volte condizionato dall’inserimento del punk, che comunica uno spirito musicale irriverente, ottusamente ruvido e tendente a un clima decadente. Nonostante tanta essenzialità i Kryptonomicon sono autori di undici pezzi comunque tutti peculiari. Ognuno di essi presenta qualche aspetto unico e pur rispondendo tutti allo stesso clima concettuale. Un alone di miseria e perdizione avvolge il tutto, le atmosfere si elevano nella loro tenebrosa essenza e ricalcano momenti che potrebbero portare alla mente soprattutto i Celtic Frost, nonché in misura più esigua Venom, come in “The Path Of Lust” e “La Dame Du Christ”, e altri grandi di un tempo, Necrodeath compresi, che hanno dato il via a creature a venire proprio come i Kryptonomicon. L’opener “Portae Inferi” si distingue per una melodia portante dei synth che sembra il tema di “Carmina Burana” di Carl Orff ma suonato a velocità ridotta. Il fluire dei pezzi, delle cuciture che tengono il tutto insieme, lascia emergere un aspetto stilistico definitivo, nonostante le smaccate assonanze con i Celtic Frost. Per esempio nell’album c’è una cover di un classico di David Bowie, “Let’s Dance”. La cover suona come se a eseguirla fossero proprio i Celtics! La conclusiva “The Garden Of Delights – The Temptation” è pericolosamente vicina a “Rex Irae (Requiem)” quanto a “Oriental Masquerade” appunto dei Celtic Frost del loro celebre album “Into The Pandemonium”. È comunque musica oscura, estrema, esasperata in certi momenti e concretamente una collisione tra death e black metal nonché dark con elementi avant-garde che non va ridotta ad altro e non ha bisogno di ulteriori parole.

(Alberto Vitale) Voto: 7/10