(Flowing Downward) Il black atmosferico di questa one man band brasiliana si allontana ulteriormente dalla terra, dalla vita terrena, dall’aria respirabile e dal tepore dei raggi del sole… per lasciarsi andare nel gelo siderale del cosmo, senza più confini, senza un meta se non il vagare stesso, innalzando il mastermind Putrefactus a vagabondo spaziale, cultore dell’infinito e di quello che si cela oltre i suoi irraggiungibili confini. Riff glaciali e tuonanti, supportati da un incedere quasi sinfonico. Brani quali “Reach the Unknown” con quei beat synth pop esaltanti che sanno evolvere a veri blast beat, virando verso un groove dal sentore power metal, con growl e clean vocals, con atmosfera oscura e post metal. Brani lenti e penetranti come “Echoes of Elevation” sono affilati come lame, mentre capitoli come “Moondust & Stardust”, grazie all’elettronica e alla voce femminile, ipnotizzano e trasportano verso una dimensione suggestiva ed irraggiungibile per il corpo umano. Fantascienza… anzi fantasia che si radica in una spiritualità celeste, tra le stelle, attraverso le galassie, dentro in quei favolosi giochi di luce… tra raggi luminosi antichi provenienti da soli troppo lontani e forse ormai estinti, sfidando la forza spietata, brutale e violenta dell’inesplorato, dello sconosciuto, del misticamente attraente.

(Luca Zakk) Voto: 9/10