(Magia Nera Production) Oltre la musica, oltre il prog, oltre il concept. “Vlad” è la colonna sonora del libro “L’innocenza di Dracula: Apologia di un vampiro” (lo trovate qui) scritto dal mastermind, chitarrista e vocalist Bruno Cencetti, un libro che riscrive il mito, uno testo che si spinge oltre ogni leggenda e storia sul conte Dracula, scavando alla radice, giù fino alla genesi, alle origini, alla purezza dei primi innocenti vagiti, davanti al discutibile amore di un Dio, con la forza e tutto il calore dell’amore materno. Una storia scritta e poi musicata maestosamente, con testi poetici ed una interpretazione immensamente teatrale per una vicenda così suggestiva, così mistica, così profondamente violenta quanto incredibilmente commovente e drammaticamente tragica. Il libro offre la dettagliata narrazione, ma i poetici testi delle canzoni si rivelano sufficientemente esaustivi per svelare la riscrittura di questa storia ormai eterna, tanto oscura ed avvolta nel male, quanto dolce e romanticamente gotica. Compare il ruolo essenziale di Eupraxia di Moldavia, la madre della bestia; viene svelata l’origine della mostruosità, viene evidenziata l’esistenza dannata, quella perversione scandita dal vero amore, quel senso lascivo che mette in connessione una misteriosa sensualità con il gelo della morte. Fino all’inevitabile epilogo, passando per l’inedito punto di vista di quell’albero di frassino che offrirà il suo legno per quello stilo da conficcare in quel freddo cuore, passando per la consapevolezza della condanna al sangue… un concetto molto lontano dalla mostruosità nota di un personaggio che forse è fondamentalmente innocente. Prog, assoli, intermezzi, narrazioni, organi, tastiere, linee di basso monumentali, chitarra solista semplicemente divina. Assalti rock, divagazioni etno-folk, approfondimenti classici, appesantimenti metallici… musica di un livello superiore: certo, è ormai un’abitudine in casa Magia Nera… solo che con “Vlad”, credo fermamente, il maestro Cencetti -con i suoi compagni- ha superato se stesso… riscrivendo la storia del vampiro e forse la storia di questa band in circolazione dagli anni ’60, ridefinendo e riscrivendo completamente il concetto di prog rock occulto. Un’opera d’arte destabilizzante, toccante, commovente, intenso, penetrante. Un capolavoro senza tempo. Un di disco da ascoltare in tutta la sua essenza, dento ogni dettaglio, seguendone la narrazione, assorbendone la potenza della parole e la forza della musica… il tutto possibilmente di notte, al buio, sorseggiando quel whisky torbato, lasciandosi andare dentro l’arte e la storia. Completamente.

“Madre dolcissima, dal volto esangue, madre, com’era dolce il tuo sangue.”

(Luca Zakk) Voto: 10+/10

Valacchia, MontiCarpazi, anno 1431. Una madre impaurita si nasconde nel castello di proprietà della famiglia, semidistrutto dall’assalto degli Ottomani. Dopo aver partorito il figlio del conte Vlad tra infiniti tormenti e privazioni, si accorge con terrore di non avere latte. In un ultimo disperato tentativo di far sopravvivere il figlio, sostenuta dal suo amore di madre, si punge un capezzolo con una lama e nutre il figlio con il suo sangue. Ma la tara che egli subisce lo costringe a una vita in cerca di una femmina da amare allo stesso modo, ossia bevendo il suo sangue. Nel momento in cui lo scorrere del sangue della sua vittima gli restituisce quell’amore infinito, lui la uccide e la storia ricomincia. Dio lo ha condannato, ma quanto di tutto questo è colpa di Vlad? Dio non interviene nelle vicende umane, ci lascia artefici del nostro destino… è forse Vlad l’artefice del suo?