(Osmose Productions) Trovo identificativo il fatto che i Minenwerfer sono dietro un moniker e degli stage name in tedesco, senza contare i titoli degli ormai quattro album… senza essere tedeschi, anzi, sono americani… praticamente quelli del fronte avversario [durante la Prima Guerra Mondiale, le potenze alleate dell’Intesa —Gran Bretagna, Francia, Serbia e Impero Russo (alle quali si unirono più tardi l’Italia, la Grecia, il Portogallo, la Romania e gli Stati Uniti)—combatterono contro gli Imperi Centrali – Germania e Austria-Ungheria (sostenute poi dall’Impero Ottomano e dalla Bulgaria). Ndr]. Con i loro dischi, con il loro black metal, descrivono il lato più cruento, più doloro, più disumano della grande guerra e con il nuovo “Feuerwalze” parlano della campagna anche nota come Battaglia della Somme, una carneficina durata dal 1° luglio al 18 novembre del 1916, un’imponente serie di offensive lanciate dagli anglo-francesi sul fronte occidentale nel tentativo di sfondare le linee tedesche in un settore lungo circa sessanta chilometri nel e tagliato in due dal fiume Somme, nella Francia del nord. Questo “Feuerwalze” è praticamente la colonna sonora di quella devastazione fatta di trincee insalubri piene di ratti, continue esplosioni, attacchi notturni, fumo, aria lacerata dai gas, cadaveri sparsi ovunque e schiacciati dai cingoli dei carri armati, mentre nell’etere riecheggiavano le urla dei feriti e dei moribondi. Un black metal sporco ma tecnico, possente, massacrante, con un vocalist disumano ed una chitarra solista straordinaria, solitamente più vicina al death di un certo livello che al black metal. Furibonda “Cemetery Fields”: poca atmosfera, poca gentilezza, diritti dentro nell’enfasi della battaglia, per un brano veloce, travolgente… ma capace di offrire spunti in stile vecchi Sodom (beh, l’argomento ‘guerra’ accomuna le due band) e divagazioni con una chitarra solista scatenata. Nemmeno la title track prende prigionieri o lascia indietro qualcuno in vita, diventando deliziosamente assordante, brutale, totalmente inospitale. Scarponi che marciano verso la fine, con “Eternal Attrition”, brano che si evolve con un pattern di batteria favoloso, prima di quel mid tempo tecnico, contorto, provocante, sotto il quale le linee di basso stendono un tappeto metallico, per dare alla band il modo di tuffarsi in una nebulosa distruzione. Linee vocali devastanti per l’intensa ed incalzante “Nachtschreck”, dalla quale ancora una volta emerge da una linea di basso immensa oltre che un assolo di chitarra veramente ben costruito… tutte caratteristiche che troviamo anche nell’ottima “Sturmtruppen III (Sommekämpfer)”. Sempre il basso, ma anche la chitarra virtuosa e l’impostazione ritmica fantasiosa rendono particolarmente inquietante ma anche irresistibile “Shrapnel Exsanguination”, altro brano nel quale emerge un death/thrash estremo… quello che venne prima del black. In chiusura la minacciosa “Labyrinthine Trench Sectors”, traccia con un drumming contorto, nuovamente caratterizzata da una chitarra sublime ed un basso suggestivo, verso un lungo finale nel quale risuonano gli ultimi echi della terribile e lunghissima campagna. Sette imponenti tracce nelle quali i due musicisti esaltano la percezione, riuscendo a trascinare l’ascoltatore dentro quelle trincee, dentro quella condizione disumana, inospitale nei confronti della vita. Nel farlo, Generalfeldmarschall Kriegshammer e Wachtmeister Verwüstung si dimostrano tecnici, violenti, claustrofobici, esaltanti, feroci. Semplicemente superlativi!

(Luca Zakk) Voto: 9/10