(Nine Records) Nasce nel 2014 la band polacca Monasterium che nel 2022 tocca quota tre album con il presente “Cold Are The Graves”. I Monasterium sono innamorati del doom di stampo epico e dai tratti sicuramente heavy metal, con quelle evidenti reminiscenze alla Candlemass. Questo ultimo aspetto però diventa lampante grazie al mirabile cantato di Michał Strzelecki che nel timbro si approccia proprio a quello del celebre Messiah Marcolin, appunto ex voce dei Candlemass. “Cold Are The Graves” è un lungo viaggio nei meandri di grandi atmosfere sature di epicità musicale dai registri malinconici e fatalisti. Un album dal forte tenore melodico ma volto a una dimensione oscura, eternamente oscura. Le chitarre di Tomasz Gurgul sono un buon flusso musicale, articolano melodie e riff mutevoli dai velati tratti heavy metal che sprigionano questa atmosfera in maniera fine. Offre profondità con un timbro delicatamente dilatato il basso di Filip Malinowski. Maciej Berniak è il batterista che si tiene nella tipica andatura di una epic doom metal band, cioè con colpi misurati e di accompagnamento che a seconda delle andature e mutazioni dei pezzi, produce contrappunti o articolazioni che aggiungono dinamismo al tutto. Negli otto pezzi si distingue “Remembered” per l’esibizione della sola voce e chitarra classica che ovviamente ben si sposa con questo clima nefasto, di tormenti interiori e rimembranze di sorta nonché di richiami a leggende e miti. “Cold Are The Graves” possiede il tipico registro emotivo e, dunque, musicale che una doom metal band di questo stampo possa offrire.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10