(Century Media Records) John Browne, chitarra, Andy Cizek, cantante, e Mike Malyan, batterista, hanno guidato le registrazioni e produzione del loro quarto album, con la co-produzione di Mick Gordon, il quale è anche autore di musiche per videogames. I quattro, la band è completata dal bassista Adam Swan, è tra le più incoraggianti realtà di quello che viene definito modern prog. Gli inglesi incrociano stili come il djent, metalcore e modern metal per arrivare a un sound possente ma dinamico. Con i contributi in alcuni pezzi di Neema Askari (ex voce della band, ma anche Form Subtract ed ex Fellsilent), Spencer Sotelo (Periphery, King Mothership) e appunto di Mick Gordon, “In Stasis” la band disegna traiettorie di stile al pari di contorsioni dove melodie e poderose andature si fondono in un turbinio di cose. “In Stasis” è un album con alti e bassi, vive infatti di momenti brillanti, vivaci ma anche di soluzioni complesse che non rendono il tutto immediatamente fruibile. Questa ondulazione nella resa, prima ancora che nello stile, pesa sul rendimento dell’album. L’iniziale “No One Will Tech You”, alla quale partecipa Neema Askari, oppure la seguente “Lavos” sono alcuni esempi di quei momenti brillanti offerti dalla band britannica, in quanto le progressioni si sviluppano con una spontaneità evidente e un impatto melodico quanto strutturale notevole. Altri pezzi pur essendo interessanti, nella sostanza però lo sono tutti, palesano talmente tanta materia sonora sulla distanza poi frammentata che viene difficile seguire i percorsi intrapresi dai Monuments. Una band che non si affida però ad una formula unica, la quale punta anche a un concetto muscolare dei pezzi e dal quale emergono frammenti melodici sempre nuovi. La capacità di mutare, evolversi la si avverte ad esempio anche nella voce che alterna fasi in clean ad altre in growl e scream.

(Alberto Vitale) Voto: 6,5/10