(Edged Circle Productions) Dietro questa la favolosa copertina, opera di Nicholas O’Leary, un ottimo pittore che vive a Bergen in Norvegia, si diffonde un album imponente, seducente… incredibile… per questa band al debutto. Ma in quel magma ribollente di arte e pulsazioni creative che vive e respira nella la città della pioggia, è difficile pensare ad debutto proveniente da musicisti alle prime armi e, infatti, anche il progetto Natt nasconde artisti che hanno già dato prova di grande genialità compositiva. Natt, infatti, è un’idea di René Misje (Krakow), qui impegnato in chitarre, bassi, piani ed altri strumenti… assieme a Roy Ole Førland (Malignant Eternal, Lindy-Fay Hella) totalmente dedicato ai sintetizzatori. Con loro Bård Bøge (Sahg, Gravdal, Audrey Horne), attualmente bassista dei Ribozyme (non a caso sembra che i Natt pratichino proprio nella sala prove di questi ultimi) e un batterista tutt’altro che sconosciuto: Iver Sandøy degli Enslaved! “Skillevei” è provocante: i suoni sferzano l’etere, c’è molta chitarra, le atmosfere del synth viaggiano verso terre lontane, verso paesaggi dal sapore epico, quasi fantasy.”Appell” unisce post a prog, un rock vintage a dimensioni cosmiche, suoni sublimi a ritmiche graffianti, in un crescendo di intensità, di turbinio sonoro, di drammaticità. “Etterslått”, infine, è lenta, è drammatica, in qualche modo spirituale ed atmosferica, verso un epilogo con una impostazione sonora siderale, psichedelica… ma incredibilmente doom. Tre soli brani che coprono tre quarti d’ora di musica immensa, libertina, tra il prog e il puro sperimentale, tra il metal e il post rock, tre brani strumentali che partono dalle sfide della vita, passando per la ricerca di aiuto, di soluzioni… arrivando all’epilogo, a quello che resta, nel bene e nel male, senza possibilità di tornare indietro per ricominciare, un viaggio di sola andata, pieno di imprevisti. Proprio come l’incedere della vita stessa.

(Luca Zakk) Voto: 10/10