(Black Lion Records) Secondo album per Sarcator, giovanissima band svedese che già dall’omonimo debutto del 2020 ha dimostrato di avere gli attributi per poter sfondare nella scena estrema scandinava e mondiale. La proposta musicale di questi quattro ragazzi è un thrash metal in equilibrio tra scuola americana e tedesca fuso con il black metal, stilisticamente affine ai The Crown; non a caso, il cantante/chitarrista Mateo Tervonen è figlio di Marko Tervonen, chitarrista appunto della band citata. Ma le influenze che confluiscono nello stile dei Sarcator sono più ampie, spaziando tra aperture melodiche alla At The Gates e momenti epici che richiamano fortemente i Dissection, questi ultimi ben presenti come sonorità nella lunga title track che, tra dolci arpeggi, ritmiche in crescendo e sfuriate stemperate da melodie azzeccate, racchiudono in un solo brano l’essenza stessa del combo svedese. L’opener “Ascend” è invece una fucilata black/thrash violentissima ed ignorante che non fa prigionieri, mentre “Perdition’s Hand” è puro thrash dal retrogusto rock’n’roll capace di riportarmi alla mente i miei adorati Raise Hell. Un grandissimo album, candidato ad essere tra le migliori uscite in ambito estremo di quest’anno.

(Matteo Piotto) Voto: 10/10