(Kitten Robot Records) I T.S.O.L. sempre freschi e genuini, irrimediabilmente liberi. I T.S.O.L. cioè True Sounds Of Liberty, la parola libertà l’hanno nel nome e nella loro innata arte. Band punk pietra angolare di molte cose, mai stata troppo uguale a sé stessa, distintasi per il punk e l’hardcore e le tangenti prese artisticamente negli anni. “A-Side Graffiti” è il nono album per la band nata a Long Beach in California nel 1978 e presenta una dozzina di pezzi che al secondo ascolto si scopre siano già tutti assorbiti e confidenziali anche grazie alla presenza di qualche cover. Va scritto che dal promo ricevuto i suoni appaiono compressi, non del tutto pieni ma il sospetto è appunto che sia colpa del promo ricevuto. Ad ogni modo la produzione è stata curata da Paul Roessler (The Screamers, Nina Hagan, Josie Cotton). Poca roba da trascurare in “A-Side Graffiti”, le canzoni hanno tutte un loro essere, uno stile e un certo grado di efficacia. Se “Low-Low-Low” apre l’album in maniera di un punk soft, la successiva “Rhythm of Cruelty” dai toni festosi è sicuramente meno ‘punkeggiante’ e più pop del previsto e poi ecco la prima cover di altre presenti nella tracklist, “Sweet Transvestite” estrapolata dal celebre “The Rocky Horror Picture Show”. Partecipa Keith Morris dei Circle Jerks nel ruolo di “Brad”. «Ci è stato chiesto di scegliere una canzone da includere in un album tributo: una dedica a un vecchio D.J. che suonava brani bizzarri e “Sweet Transvestite” era nella lista delle canzoni disponibili, quindi l’abbiamo scelta. Ma quando abbiamo consegnato la nostra versione, ci è stato detto che si aspettavano che la rendessimo ‘punk’ e che era troppo vicina all’originale. Hmm. Non sono sicuro di quanto punk avremmo potuto essere!» ha spiegato Jack Grisham, voce. “Ghost Train” e “Never Go Home” sono un punk tra i Generation X e Ramones più tardi e “Nothing’s Ever Right” è già, o ancora una volta, il pop che entra nel punk. Adorabile “1 Thing”, ancora con un inserto vocale femminile nei cori per una canzone travolgente ed elettrizzante, quasi come se i T.S.O.L. giocassero a fare i Rolling Stones! Un pezzo che un tempo ti spingerebbe a comprare l’album per goderne sempre. “Good To Be Home” è gradevole ma non aggiunge molto come “The Way You Groove”, con il suo essere abbastanza rock energico vergato però da un buon e allegro assolo di chitarra. “Swimming” sembra un pezzo dei Clash e la cover di Louis Armstrong “What a Wonderful World”, elegiaca, poetica, ventilata da syth orchestrali neppure aggiunge qualcosa di più. Esilarante invece “Can You Hear Me”, cover di David Bowie, per la quale Jack Grisham gioca proprio a fare il David Bowie e la band a parodiare un pop di metà anni ’70 però tipicamente americano. Un lavoro solare, con una band che sa essere istrionica, forse meno spontanea del previsto ma niente affatto prevedibile.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10