(Nuclear Blast Records) Risale agli inizi del 2020 il precedente album della super band svedese di Björn Strid e David Andersson dei Soilwork, assieme a Sharlee D’Angelo (Arch Enemy), oltre ad un altro manipolo di artisti, compresa Anna-Mia Bonde, live vocalist degli Amaranthe. Certo, la forzata pausa, i vari lock-down, l’assenza dei concerti… ma ha davvero senso pubblicare un altro album a solo un anno e mezzo da quel capolavoro intitolato “Aeromantic” (recensione qui)? Ovviamente l’inattività live, la totale cancellazione del tour di “Aeromantic” (la band ha suonato solo le primissime date, oltre a qualche show in streaming) ha alla fine riportato la band in studio, scatenando creatività… ma anche offrendo il tempo per riflettere, per essere meno immediati, meno impulsivi, tanto che il secondo capitolo di questo romantico viaggio spaziale, questa cometa di cuori che soffrono ma che amano con fervore, si rivela più riflessiva, forse più progressiva e meno esplicitamente ottantiana; certo, il sound è al cento per cento quello dei The Night Flight Orchestra, ma questo nuovo disco non si lascia andare con una sequenza di brani catchy, pungenti, provocanti (sul precedente capitolo c’erano capitoli irresistibili quali “Divinyls”, “If Tonight Is Our Only Chance” e “Transmissions”) riuscendo a far convergere il sound in tracce sicuramente grandiose ma, tranne piccole parentesi, meno dirette, meno seducenti, brani che richiedono qualche ascolto in più per rivelare l’intera potenza di fuoco offerta. Emergono con prepotenza brani quali “Amber Through A Window” o l’irresistibile “You Belong To The Night”, mentre gli altri pezzi non brillano di una luce propria ed identificativa, piuttosto accrescono l’energia di un album compatto da gustare nella sua interezza, ascolto dopo ascolto. Rimane quindi un dubbio: preferiamo dei The Night Flight Orchestra da hit anni 70/80… o dei The Night Flight Orchestra più introspettivi e, se vogliamo, progressivi? Preferiamo che la complessità della loro musica sia orientata all’essere catchy o all’essere una raffinata costruzione melodica e ritmica? Un bel dilemma. Un bel problema. La cosa certa è che, mentre mi ronzano ancora in testa le hit del capitolo uno, si stanno lentamente facendo avanti questi nuovi potenti brani e, nel frattempo, la band conferma una supremazia creativa totale, riuscendo a vagabondare verso qualunque cosmo sonoro dove il brillare di una stella lontana diventa un punto di arrivo, una meta da raggiungere; non a caso la stessa band ha descritto questo nuovo disco come un album che parla del girare attorno al globo… lassù nella stratosfera, senza sosta, in una orbita senza fine… un volo infinito… senza mai atterrare!

(Luca Zakk) Voto: 8/10