(Napalm Records) Secondo me il vero problema dei Thulcandra è l’etichetta che si trovano addosso… e non parlo di etichetta intesa come casa discografica, ma proprio di quella che poi impone la collocazione sullo scaffale. C’è chi li definisce black metal, ma allora diventa un black troppo soft o mancante di cattiveria… e c’è chi li colloca nel death, magari quello melodico Svedese… anche se la band di Steffen Kummerer (Obscura) è ben lontana da Stoccolma e dintorni, essendo geograficamente e stilisticamente ubicata molto più a sud, a Monaco di Baviera. Questo voler poi posizionare una band dentro un predeterminato filone è un noto errore derivante dal classico problema legato al business, il quale vuole sapere a chi vendere i dischi, tuttavia se rinunciamo a cercare per forza rinchiudere i Thulcandra dentro un certo filone e ci abbandoniamo -ad occhi chiusi- alle sonorità che emergono dai loro dischi, ecco che tutto cambia, che questa musica diventa identificativa, unica. Certo, c’è il death metal graffiante (ben chiaro con “On the Wings of Cosmic Fire” o “Blood of Slaves”), c’è quella aura melodica tipicamente scandinava, c’è quell’incedere tetro e tuonante tipico del black (come su “Acheronian Cult”)… ma ci sono anche spunti black’n’roll misti a senso epico (vedasi “As I Walk Through the Gateway”)… e ci sono tracce che vivono in una dimensione propria, come la favolosa opener “In the Eye of Heaven” o la drammatica e conclusiva “The Final Closure”. La verità relativa a cosa suonino esattamente i Thulcandra e sul come affrontarli, sta sui colori… quelli della bandiera: le etichette black e/o death appiccicate sui gruppi teutonici non sono mai state veramente indovinate… come possono confermare connazionali del calibro degli ormai sciolti Dark Fortress o i non più attivi Lunar Aurora. Questo quinto disco, questo “Hail The Abyss”, vede i Thulcandra in perfetta forma, creativi, uniti, coinvolgenti: è inutile cercarci la rabbia infernale del black o la malinconia di un certo specifico death, perché in questa musica, in questo album, nella creatività de Steffen & co. c’è una sola cosa che emerge, ovvero quella sconfinata oscurità artistica… qui elargita in quantità particolarmente e forse eccezionalmente generose!

(Luca Zakk) Voto: 8,5/10