(Napalm Records) Sono anni che seguo (un po’ a singhiozzo, a dire il vero) i Visions of Atlantis: dopo “The Deep and the Dark” e il miliardesimo cambio di cantante (ora però ad affiancare Clèmentine Delauney c’è un italiano, il bravo Michele Guaitioli degli Overtures e da poco anche nei Temperance), gli austriaci danno alle stampe il loro settimo disco in studio. Il mix power/gothic è pressappoco sempre lo stesso, non possiamo parlare di un capolavoro ma il disco è certamente godibile! Sette minuti per la opener “Release my Symphony”, symphonic metal arioso, con ricami alla Epica ma abbastanza personale, e ben interpretato dai due singer. “Heroes of the Dawn” ricorda forse troppo “Farewell” degli Avantasia, ma la ballatona “Nothing lasts forever” funziona bene per un altro duetto indovinato. Toni trionfali per “A Life on our own”; la seconda ballad, in crescendo e affidata completamente a una ammaliante Clèmentine, è “Into the Light”. Teatrale, sia per le tastiere che per il comparto vocale, “The Siren & the Sailor”; si chiude con le evoluzioni per piano e synth dell’intensa titletrack. In un genere dove è difficilissimo, ormai, ‘dire’ qualcosa, i Visions of Atlantis mantengono con onore la posizione.

(René Urkus) Voto: 7/10