(Mighty Music) La libertà nell’esprimersi con il linguaggio del thrash metal da parte delle band del Sud America, determina oggi la forma di uno stile ben definito nell’ambito del suddetto genere. Pur non inventando nulla e pur esprimendo dei concetti già detti, brasiliani, cileni, argentini, venezuelani e via dicendo tirano diritto per la propria strada. Con o senza modelli già prefissati, con o senza ribadire cose già fatte, il thrash dei latini d’America oggi è in grado di dire comunque qualcosa. Nel caso poi dei Vulcano c’è la tradizione. Esistono dagli anni ’80 i brasiliani e di cose da dire nella scena del proprio paese ne hanno avute tante. Purtroppo questo album presenta nonostante presenti un mordente invidiabile, mette l’ascoltatore di fronte a qualcosa che richiama alla mente i Sodom di una volta o qualcosa dei Kreator dei vecchissimi tempi. Per gli appassionati del thrash metal, per chi lo smanicato in jeans e con toppe delle band amate, rispettate o semplicemente preferite, è un must, “Eye in hell” è semplicemente una chicca da sbocconcellare. L’album è una batosta ben suonata, ottima per tirare il fiato e tuffarsi in cose veloci, riff infuocati e supportati con mid tempo improvvisi, quelli di “Evil Empire” poi sono estremamente catchy. Il lavoro ritmico di Bruno Conrado è determinante nella risoluzione dei brani, quanto poi il basso di Carlos Diaz è un sottofondo metallico al tutto. Di pezzi accattivanti ve ne sono: “Inferno”, di slayeriana espressione, “Cursed Babylon”, “Sirens of Destruction”, l’opener “Bride of Satan” o la conturbante title track, magnifica nella sua opulenza. Dunque, se l’assonanza con altro non fosse un problema, i Vulcano di “Eye in Hell” rappresentano la loro tradizione e un qualcosa di rispettoso per l’ascoltatore affamato di thrash metal. L’album è ben suonato ed è rispettoso del thrahs metal, onorandolo in maniera adeguata.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10