(Noble Demon) Dopo sette anni i Winterhorde si rifanno vivi, considerando anche il singolo pubblicato lo scorso anno in giugno. I sette israeliani pubblicano il loro quarto album con l’etichetta berlinese Noble Demon che ha aperto i propri battenti da circa quattro anni. I Winterhorde si sono sempre distinti per un prog metal che abbraccia spesso le tinte estreme e infatti non è difficile rintracciare elementi come blackened death metal, black metal puro, symphonic e cinematic metal nelle linee melodiche e compositive dei sette musicisti. Due chitarre, il basso e la batteria, ovviamente le tastiere e poi due voci, una harsh e l’altra clean, ovvero Zed Destructive la prima e Yoni ‘Oblivion’ Oren alla seconda. La band mostra grandi temi musicali, maestosi o che trasportano in visioni narrative, mentre il tessuto di batteria e basso con il riffing avanzano anche in campi più estremi o quanto meno veloci. La sintesi del prog dei Winterhorde è questo alternarsi di generi che da un metal ben strutturato, melodico e con lineamenti sinfonici, passa a visioni estreme, devastanti. “Neptunian”, un titolo mitologico, totalizzante, immediato è il frutto del lavoro con il mixaggio e masterizzazione di Jaime Gomez Arellano, noto per lavori con i Ghost, Paradise Lost e altri. Arellano ha ben smussato gli angoli di questa proposta che incarna i dettami di un certo estremismo musicale con un voluto e forte uso delle melodie che rendano ogni passo dell’album invitante.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10