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COLONY OPEN AIR 2017, Un report per quelli che non c’erano?
Il cambio di location è stato un toccasana. Area verde per rilassarsi. Tendone fornito di birre fantastiche e cibo quasi regalato. Bar e ristorante con aria condizionata. E area concerti nel palazzetto, nuovamente con il climatizzatore, con le luci giuste dal primo all’ultimo gig (ho sempre pensato che il fascino di un open air viene meno quando le band suonano sotto la luce del sole… il rock dopotutto appartiene alla notte). Senza contare che il caldo africano avrebbe mietuto vittime, mentre in questa versione “Colony Air Conditioning” i paramedici con le ambulanze si sono praticamente rotti i coglioni tutto il giorno. Così come le forze dell’ordine, in quanto l’ordine c’era senza bisogno di aiuto o “imposizione”. Nessuna fila. Nemmeno all’ingresso, per l’efficenza (e la simpatia) degli addetti alla sicurezza. (altro…)

Una Sagra.


In verità non ho mai seguito gli 



“Is This the Life We Really Want?”, assolutamente no, non è questa la vita che vogliamo! Per quanto di fatto il destino dipenda dal singolo individuo, in questa vita non tutti noi ci veniamo messi dentro un po’ a forza. 


Pomeriggio d’estate. Di solito il rock è la notte, ma non è sempre così.



«privi di radici, noi siamo come un albero che, privo delle sue, non può crescere. Infatti senza le nostre radici appassiremo e moriremo»

CHAOS DESCENDS






Il
Horna. Band finlandese. Già questo riassume la stranezza di un paese che non segue alcun schema… che non ha uno stile ‘proprio’ come potrebbe essere la Norvegia… ma che sintetizza generi e stili, creando un caleidoscopio tetro di follie malate, spaziando tra i generi, le epoche musicali… un paese che può dare vita a stelle pop, a doom d’autore, a psichedelico deviato, death metal supremo, gotico maestoso, revival anni ’70, ri-esplosione anni ’80 ed una miriade di altre varianti che, nella nostra semplicità umana, riassumiamo con la vasta ma riduttiva parola “musica”.