Spedizione di Metalhead.it verso il Revolver Club. Sul palco un sacco di gente che -in un modo o nell’altro- è in contatto con la nostra redazione. Gli Hellmetall sono gli organizzatori dell’eResia Metalfest del quale siamo media partner. I Lostair sono conoscenti della nostra fotografa, tanto che cercano ogni scusa per auto invitarsi a cena (sono grossi, mangiano tanto). Io condivido una passione extra musicale con il frontman dei Necrodeath. Potevamo mancare? Giammai… avremmo messo in pericolo le nostre relazioni sociali.

Arriviamo in anticipo, anche per poter mangiare qualcosa dall’ottima cucina del locale. A darci il benvenuto sono gli Hellmetall, i quali sono già ben oltre ‘l’aperitivo’: un rocker troppo sobrio fatica ad offrire uno spettacolo coinvolgente, giusto?

Dopo la veloce ma ottima cena, mentre attendiamo l’inizio degli eventi nel giardino esterno del locale, i Lostair ci prendono d’assalto e arrivano con caraffe di birra (ma girava anche vino). Loro avevano bisogno di un energizzante… anche perché dopo il concerto avrebbero puntato il furgone verso la Francia, paese nel quale hanno tenuto un mini tour (tra l’altro con ottimo successo).

Intanto Flegias, frontman dei Necrodeath è già in estasi mistica: al contrario degli alcolici colleghi che lo precedevano nel bill, lui era attratto dal colore bluastro del cielo.. una cosa -a suo dire- mistica e fotografabile solo in un certo momento ed in certo modo. Confesso che non ho capito bene (e credo nemmeno la nostra fotografa)… ma per questo posso solo accusare Hellmetall e Lostair, i quali non volevano bere da soli ogni volta che ci incrociavano. Per poter restare sobri, ricordare qualcosa della serata o per poter fare il servizio fotografico, siamo arrivati alla ricerca di angoli oscuri del locale, cercando di mimetizzarci nelle ombre e tra altra gente. Inutile dire che lo stratagemma non ha minimamente funzionato.

Poco prima dello show, chiacchiero con gli Hellmetall: si parla di Alan, nuovissimo e giovanissimo chitarrista (con la band da una settimana o due)… axe man tosto, impegnato e che non deluderà minimamente. Il loro roadie mi spiega qualcosa, ma credo mi abbia parlato in Resiano (la loro lingua)… e quindi non ci capisco un accidente. Tuttavia non credo fosse qualcosa di importante, in quanto la band prende il controllo del palco e dimostra professionalità ma anche gusto per il divertimento: dopotutto è un concerto death metal, non un meeting tra i vertici del marketing di un’azienda di prodotti sanitari! Ottima performance per una band che sa essere originale e rifiuta di farsi assorbire dai trend. L’ultima volta che li vidi ammirai l’impatto scenico (qui)… questa volta, nonostante il nuovo e recente aggiornamento della line up, ho visto tecnica ed ottima qualità esecutiva! Se questa line up si stabilizza, sarà una band che vedremo spesso in circolazione (tra l’altro ad agosto suonano nuovamente con in Necrodeath!).

Foto: Monica Furiani Photography

I Lostair sono sconvolti. È una band che diverte, che suona bene, che spacca… che vanta un solista tecnico e coinvolgente, un vocalist che sa adattare la voce alla canzone… ed una divisione ritmica travolgente. Ma la cosa che più emerge è quella fondamentale: i Lostair si divertono un casino a fare quello che fanno. Non recitano, non mettono in scena teatrini, non hanno atteggiamenti da prime donne o da rockstar. Loro suonano, parlano (letteralmente) con il pubblico, provocano offrendo premi veri come la bacchetta del batterista alla prima fan che si sarebbe avvicinata al palco… ed anche premi assurdi, come il basso del bassista alla prima fan che saliva sul palco senza veli (cosa che immagino sarà successa backstage… ma -purtroppo- non davanti ai nostri occhi). Una band con questo atteggiamento piace anche se non suona benissimo… ma i Lostair sono tecnicamente impeccabili, sia con le loro canzoni che con le due cover che hanno offerto per divertire ulteriormente (e perché gli andava di suonarle!). Una band che offre metal sincero e diretto!

I Necrodeath sono semplicemente perfetti. Nell’ambito dell’eterna ricerca del black nordico o del death americano, ci si accorge che il non plus ultra è qui, tra noi, a due passi dalla porta di casa. Ormai sulla scena da oltre tre decenni, vantano una line up stabile da una vita… e questo sul palco si vede, eccome. Al di là della musica impeccabile (leggete la recensione dell’ultimo album qui), è quella dimostrazione di totale dominio del palco che rende la band immensa. Si nota esperienza, professionalità, intesa tra i componenti… ed il risultato non può essere che devastante.

Dopo il concerto è delirio. Fans che pretendono instaurare dialoghi occulti con i musicisti stanchi ed esausti. Fiumi di alcol che si infiltrano tra le file. Palco da smantellare. Furgoni da caricare. Si annebbia la divisione tradizionale tra fan e band, tra organizzatori e pubblico… e tutto diventa una specie di famiglia unita nel nome della musica.

Dopo qualche ora arriviamo a casa. Stanchi. Esausti. Ma… ci sono membri di bands che hanno suonato sul palco del Revolver quella sera i quali, stando agli orari dei messaggi visti nel pomeriggio del giorno seguente, alle 5 del mattino erano ancora dispersi da qualche parte, ma non di certo a casa.

Ma è così che funziona. It’s only rock’n’roll. praticamente alcol & Roll… insomma… Drink & Roll!

(Luca Zakk)