Le pareti dell’Alchemica di Bologna sono ben decorate con poster, scritte artistiche, pure la lista dei nomi dei sostenitori del locale durante quel periodo drammatico per la musica, universalmente noto come lock down. Ci sono i manifesti dei prossimi eventi e pure i manifesti incorniciati di alcuni eventi iconici che si sono tenuti nel locale nel corso degli anni, tra questi una serata del 2015 con Forgotten Tomb e Nocturnal Depression (report QUI). Assieme, co-headliners, la stessa sera. Lo stesso palco! Un evento memorabile!

In quell’occasione ebbi il privilegio di condurre un’intervista combinata (QUI) tra Herr Morbid della band italiana e Lord Lokhraed di quella francese, i due assieme, l’uno a fianco dell’altro, nel confortevole backstage del locale.

Ho sempre seguito i Nocturnal Depression, ho sempre amato la loro musica, continuo a farlo… ma in quel 2015 incontrai per la prima volta Lord Lokhraed all’iconico Eresia Metal Fest, altra occasione di intervista (QUI), ma anche l’inizio di un’amicizia tra due menti che vanno d’accordo, che pensano in maniera compatibile, che si rispettano, si stimano e che condividono certe origini e tradizioni.

Cerco di essere presente ogni volta che i Nocturnal Depression passano per l’Italia… ma non sempre la cosa è effettivamente possibile: essendomi pertanto perso la loro calata nel nostro paese della scorsa estate in occasione dell’Agglutination Metal Festival 2023, non potevo davvero mancare a questa nuova invasione… soprattuto perché l’anno 2024 celebra il 20° anniversario della band!

Ed ecco che la serata all’Alchemica si svolge intensa, con un’ottima partecipazione, nonostante la domenica sera, nonostante l’inverno, nonostante l’immancabile nebbia.

Ottimi i Laetitia In Holocaust

Impattante lo show degli Eyelessight, grazie alla destabilizzante e perversa frontwoman Kjiel.

I Deadly Carnage sono in continua evoluzione stilistica, con le loro origini estreme e la crescente evoluzione verso un post black, con influenze sheoegaze.

Foto: Monica Furiani Photography

I Sedna, invece, offrono uno spettacolo pazzesco in una atmosfera tanto sulfurea quanto eterea, suonando senza interruzione, proprio come suggerisce la loro ultima fatica “The Man Behind the Sun” (recensione qui), ovvero un solo singolo lunghissimo brano che va a riempire l’intero disco.

Foto: Monica Furiani Photography

E gli headliners? Il loro ventesimo?

I Nocturnal Depression ormai sono una band quasi italiana. Non solo Lord Lokhraed ha origini del nord est del nostro paese, ma la band composta da lui e il misterioso Herr Suizid, si completa ormai con elementi fissi o session italiani: A.C. dei Mother Augusta è ormai stabilmente alla chitarra, Algol (Forgotten Tomb, Hiems) imbraccia il basso, mentre dietro le pelli si siedono Asher (Forgotten Tomb, Caronte, Whiskey Ritual) o, come in questo caso, il sostituto Tomaso anche lui dei Mother Augusta… tanto che è palesemente intuibile che anche i legami tra Lord Lokhraed e i componenti (fissi o live) della band sia, in fondo, una cosa che proviene da un legame più profondo, da una vera amicizia.

Foto: Monica Furiani Photography

E il loro spettacolo? Sublime! Band in piena forma, con una set list che ha accarezzato tutti i vent’anni di carriera, di depressione, di poetiche tendenze suicide, di mistero, di devastazione.

Sul palco, il loro atmospheric/depressive black metal diventa carico di energia: è black metal d’assalto, è death impattante ed anche i passaggi più struggenti vengono trasformati in forza tellurica dalla presenza scenica di un possente Lord Lokhraed, di un esplosivo Algol, di un quasi virtuoso A.C.

L’epilogo? Pura perfezione e sintesi della fine di un concerto che non vorresti mai finisse: scegliere come encore la mistica “Nostalgia”, dal primo iconico album “Nostalgia – Fragments of a Broken Past”, ha un che di geniale, di poetico… ma anche drammaticamente letale.

(Luca ‘Hey Lord, salutami Suizid!’ Zakk)

Set list:

Tides of Despair

Acédie

Spring

When My Time Has Come to Die

Dead Children

Her Ghost Haunts These Walls

Hear My Voice… Kill Yourself

Encore:

Nostalgia