Pubblichiamo con piacere un resoconto inviatoci dal Cile, dove si è tenuto in aprile un evento fantastico.

La redazione di Rock-Metal-Essence.com è stata contattata in via del tutto esclusiva dal fotografo e giornalista cileno Iván Vega di Chileconcert.cl che ha regalato alla nostra pagina il report completo della doppia giornata del festival The Metal Fest, tenutasi a inizio aprile 2013 alla Movistar Arena di Santiago del Cile.       

Sul palco dell’evento si sono alternati grandissimi nomi e gruppi internazionali di genere metal, per un susseguirsi di emozioni che il nostro corrispondente ci ha raccotnato sia attraverso immagini, sia attraverso le sue stesse parole. Iniziamo ora con il primo giorno del festival.. buona lettura!          

Testo e immagini di Iván Vega di Chileconcert.cl. Traduzione a cura di Emanuele Risso.    

Sabato 13 aprile 2013 – Movistar Arena, Santiago del Cile     

Santiago ha ormai la fama di essere una delle capitali sudamericane del rock e metal, con moltissimi eventi di primo livello che destano l’attenzione di tutti.          

A testimonianza di ciò, abbiamo visto come tali eventi abbiano girato il mondo grazie ad artisti come Iron Maiden o Motörhead, che hanno deciso di registrare i loro DVD ufficiali in Cile.         

The Metal Fest, uno dei festival più importanti del Cono Sud, è una prova inconfutabile di tutto questo. Della durata di 2 giorni, il Metal Fest non manca mai di artisti importanti: l’edizione 2012 vantava, tra gli altri, nomi come Kreator, Anthrax, Volbeat, Testament, Venom e Obituary, mentre nel 2013 ha sorpreso tutti con la prima volta in Cile del Devin Townsend Project, oltre a Down, Carcass, Morbid Angel, Twisted Sister e momenti di culto come la breve reunion dei Corrosion of Conformity con Pepper Keenan o dei Lock Up con Dan Lilker. A dir poco notevole!  

LOCK UP

La band di Tomas “Tompa” Lindberg apre la giornata di sabato, davanti a un pubblico in trepida attesa per la presenza di Shane Embury, Nick Barker e del cileno Anton Reisenegger, che suonano come una raffica di mitragliatrice pezzi come Brethren of the Pentagram, Slaughterous Ways, Violent Reprisal, Accelerated Mutation e Submission. L’ex At the Gates dedica alcune parole al compianto Jesse Pintado, chiedendo al pubblico se gli piacerebbe qualcosa della vecchia scuola. Quel che segue è un momento di quelli che si vivono di rado: Dan Linker si palesa sul palco e vengono interpretate Storm of Stress e Fear of Napalm dei leggendari Terrorizer. Non c’è altro da aggiungere!

ARCTURUS

I norvegesi arrivano in Cile a presentare una messa in scena un po’ fuori dal comune nelle nostre terre: una distesa di suoni malinconici accompagnano la presentazione con un loquace ICS Vortex (ex Dimmu Borgir) che mette in mostra la sua proposta di black metal sinfonico, che conta su un gran numero di appassionati in tutto il Sudamerica. Jan Axel Blomberg, conosciuto ai più come Hellhammer (Mayhem, Dimmu Borgir), fa sfoggio del suo curriculum con una batteria che a tratti domina la scena, e interpretando canzoni come Alone, Nightmare Heaven, Hibernation Sickness, Painting My Horror, Chaos Path. L’oltretomba si manifesta, a tratti sembra una sorta di messa nera o rituale pagano. Con un pubblico completamente rapito, chiudono la loro performance con Master of Disguise ed escono tra gli applausi.

CORROSION OF CONFORMITY

Una delle band più attese del Metal Fest per la loro prima comparsa in Cile e in tutto il Sudamerica. Sicuramente molti sono venuti dal Brasile o dall’Argentina solo per assistere a questo fantastico live che stupisce davvero tutti con la sua incredibile energia.

Dopo un paio di anni senza nuove pubblicazioni, la band inizia la sua scarica di energia con Psychic Vampire, tratta dal nuovo album omonimo, e ha seguito con Technocracy, Deliverance, The Doom e The Moneychanges, con un Reed Mullin del tutto elettrizzato e al tempo stesso sorpreso dall’accoglienza del pubblico cileno.

Come se non bastasse i Down si sono presentati lo stesso giorno, a conferma delle voci insistenti riguardo la reunion tanto attesa e ormai imminente. Pepper Keenan sale sul palco per interpretare Señor Limpio e Vote with a Bullet: il sogno è diventato realtà. Il miglior amico di James Hetfield ci dà una lezione di southern groove che si chiude lasciando tutti soddisfatti, tra applausi e richieste di bis! Un’esibizione leggendaria.

fotoxsodomSODOM

I tedeschi fanno capire che il tempo, per loro, non passa mai. I quasi 50 anni di Tom Angelripper sono solo un numero che non ha nulla a che vedere con quello che può regalare l’energia che scorre nelle sue vene. Il trio germanico attacca come un carro armato sul campo di battaglia a colpi di classici della vecchia scuola più pura, con Nuclear Winter, Outbreak of Evil, Agent Orange, Blasphemer, In War and Pieces, e propongono per la prima volta Stigmatized, inedito tratto dall’album prossimo all’uscita Epitome of Torture.

I Sodom in Cile sono una band molto amata, e questo è dovuto anche alla vicinanza dimostrata dalla band ai suoi fan, dicendo che “quella cilena è una delle platee migliori”; può sembrare un cliché, ma vedendo il live e la spinta del pubblico, alla fine ci credi davvero. Grandi Sodom e grandi i loro fan che non hanno mollato un istante.

MORBID ANGEL

Ormai i Morbid Angel sono una delle band “di casa”, visto che sono già venuti in diverse occasioni a suonare per i fan cileni. Ormai hanno raggiunto una grande affinità con i loro sostenitori più accaniti che riempono l’arena. Non possono mancare i loro classici come Immortal Rites, Maze of Torment, Lord of All Fevers and Plague, Chapel of Ghouls…sembra quasi una rievocazione di Altar of Madness. David Vincent, con il suo caratteristico carisma, non dà tregua e prosegue con Fall From Grace e la sublime Where the Slime Live, cantata da tutto il pubblico. Forse la nota dolente sono le canzoni del disco Illud Divinus Insanus (Existo Vulgoré e Nevermore) che, nonostante siano ottime canzoni, il pubblico sembra lasciarle passare con indifferenza. Trey Azagoth è un dio che ruba gli sguardi degli amanti del death metal e della chitarra. Più avanti suonano God of Emptiness e World of Shit, che concludono la brutale giornata dell’Angelo della Morte. Imperdibile.

fotoxtwistedsTWISTED SISTER

La band di Dee Snider sale sul palco con un pubblico ancora carico di brutal death metal, ma fin dal primo secondo e al primo accordo di You Can’t Stop Rock & Roll, il rock si impadronisce della massa e persino i colleghi musicisti degli altri gruppi, tra cui Phil Anselmo, assistono da dietro le quinte facendo headbanging al ritmo dei loro pezzi.

Classici come The Price e Burn in Hell fanno rivivere i migliori anni ’80, quando la musicassetta era legge e il video I Wanna Rock era un capolavoro dell’epoca. Uno dei punti più alti della serata è il classico We’re Not Gonna Take It, durante il quale Snider chiede al pubblico di cantarla come ha già sentito altrove in Sudamerica, con il coro in spagnolo “Huevos con Aceite” (“palle sott’olio”, ndt).

Memorabile il tentativo di Dee che, volendo comunicare in spagnolo, chiede aiuto al compagno Eddie “Fingers” Ojeda. I Twister Sisters sono una di quelle band che ti preparano a fare festa e a passare una delle più belle serate della tua vita. Uno show di altissimo livello.

DOWN

La band di Phil Anselmo chiude la prima giornata di questo Metal Fest 2013, con un pubblico che sa che non si tratta di una band qualunque. L’ultima volta che hanno fatto visita in Cile, i Down hanno lasciato molti con la voglia di ripetere l’esperienza. Il gruppo apre la loro esibizione con Lysergik Funeral, con Anselmo un po’ nervoso a chiedere più impegno al pubblico, senza comprendere il fatto che tra gli spettatori c’è gente in piedi da 9 ore. A ogni modo ciò non gli ha impedito di dedicare Pillars of Eternity all’amico Dimebag Darrel.

In scaletta anche Lifer, Witchripper, Losing all, Ghosts Along Missisipi, New Orleans is a Diying Whore, Eyes of the South, e l’abusata hit dei Pantera Walk – che in realtà nessuno ha chiesto – una parte dell’eredità di Anselmo che il cantante tenta di rivivere ogni volta che si presenta con i Down.
Il fatto curioso della serata è il compleanno di Kirk Windstein, con l’intera arena a cantargli “Buon compleanno”, o Anselmo che chiede fumo al pubblico provocando una pioggia di sigarette sul palco. Una trovata scenica che funziona molto bene!

Da sottolineare che negli intervalli del festival, su un palcoscenico esterno vengono presentate alcune delle migliori band cilene, e che l’organizzazione e la tempistica da orologio svizzero soddisferebbero gli standard dei migliori festival europei. Voto alla prima giornata: 7.

The Metal Fest Chile 2013 – Giorno 2

La redazione di Rock-Metal-Essence.com è stata contattata in via del tutto esclusiva dal fotografo e giornalista cileno Iván Vega di Chileconcert.cl che ha regalato alla nostra pagina il report completo della doppia giornata del festival The Metal Fest, tenutasi a inizio aprile 2013 alla Movistar Arena di Santiago del Cile.       

Sul palco dell’evento si sono alternati grandissimi nomi e gruppi internazionali di genere metal, per un susseguirsi di emozioni che il nostro corrispondente ci ha raccotnato sia attraverso immagini, sia attraverso le sue stesse parole. Dopo avevrvi raccontato il primo giorno del festival, spazio ora alla seconda metà di questo concerto.. buona lettura!           

Testo e immagini di Iván Vega di Chileconcert.cl. Traduzione a cura di Emanuele Risso.

Domenica 14 aprile 2013 – Movistar Arena, Santiago del Cile 

BRUTAL TRUTH

Nella seconda giornata del festival e all’ora prevista, tanti metallari con magliette di Agathocles e Anal Cunt popolano lo spazio davanti al palcoscenico principale. E per forza, visto che gli americani Brutal Truth sono quelli designati ad aprire la macelleria e bombardare le orecchie dei presenti con il blast beat tipico della band. Birth of Ignorance e Stench of Profit hanno il compito di far capire che il grindcore è un genere vivo e gode di moltissimi estimatori.

La festa prosegue con canzoni come Sugardaddy, Get a Therapist…Spare The World, Simple Math, End Time, Fuck Cancer; canzone dopo canzone l’energia di Dan Liker ci rende increduli dello spettacolo a cui stiamo assistendo, suonando Godplayer, Celebration Gunfire, Evolution Through Revolution, e con un carismatico Kevin Sharp che, scalzo con jeans e camicia, si diverte ad animare il pubblico fino a chiudere la prestazione con uno stage diving, che viene accolto con brutali dimostrazioni di affetto! Una prestazione mostruosa!

fotoxnileNILE

I Nile sono ovviamente una delle band più attese dai malati di death metal cileni, dato che negli anni passati le trattative per un loro concerto in Cile non si sono mai concretizzate. In questo secondo giorno del festival tutto questo è lasciato al passato: la band di Karl Sanders apre il fuoco con The Blessed Dead, la mietitrebbia è partita con un suono devastante.

Come raffiche di mitra suonano Defiling The Gates Of Ishtar, Sacrife Unto Sebek, Sarcophagus, Supreme Humanism Of Megalomania; a tratti si vedono sguardi di complicità tra Dallas Toller e il resto del gruppo, come a commentare silenziosamente il loro primo show in Cile con una Movistar Arena in visibilio! La tecnica, la precisione, l’esecuzione perfetta fa partire i cori di giubilo del pubblico, mentre Sanders ringrazia per il sostegno con espressioni come “wow, it’s awesome!”. Sono sicuro che i Nile torneranno il prima possibile.

BRUJERIA

Non possiamo definire “sostituti” i Brujeria, che all’ultimo hanno preso il posto dei Voivod per motivi di salute di Denis “Snake” Bélanger. Al contrario, molti appassionati sono felici di vedere Juan Brujo e compagnia e di cantare i loro testi colmi di messaggi anticastristi e antiamericanisti, soprattutto se la compagnia in questione fa sì che questa non sia un gruppo qualsiasi, ma un Supergruppo!
In scaletta pezzi come Cuiden a los Niño, El Desmadre, Marcha de Odio, Colas de Rata, Cruza la Frontera, Vayan sin Miedo, Anticastro, in cui le basi di El Hongo (Shane Embury dei Napalm Death) e El Cynico (Jeff Walker dei Carcass) schiacciano la testa dei presenti in un muro di riff. Segue Pito Wilson e un assaggio di quello che sarà il nuovo disco, la canzone Angel de la Frontera, molto apprezzata dai fan.
Il gruppo prosegue con classici come La Migra e La Ley de Plomo, durante i quali il mosh e il sudore si impossessano di un pubblico in balia di una delle band ispanofone più importanti del metal.

SYMPHONY X

“Magistrale” è la parola che descrive la prestazione dei Symphony X, nella quale il progressive metal è legge. I fan lo fanno capire cantando in coro tutte le canzoni, con pezzi come Iconoclast, The End of Innocence e Dehumanized ad aprire la serata.
Segue Sea of Lies, durante la quale Michael Romeo fa vedere come si suona la chitarra e fa capire il perché del successo mondiale dei Symphony X, dovuto anche al suo stile, la perfezione, i virtuosismi
Mike Pinnella suona i primi accordi di When All Is Lost, tra gli applausi e le urla delle fan. Desta curiosità la grande quantità di ragazze in attesa del live di questa band – almeno nel punto dove mi trovavo io – e molta più attenzione la ottiene l’interpretazione di Russell Allen, sicuramente un vocalist che resterà uno dei migliori di sempre.
Più avanti suonano Paradise Lost, Eve Of Seduction e Serpents Kiss, mentre Set The World on Fire (The Lie of Lies) segna uno dei punti più alti del live: travolgente! In breve, possiamo dire che il connubio band-pubblico si è impossessato dello show e l’impegno dei fan è stato totale.

MY DYING BRIDE

Dopo i Symphony X, una dose di oscurità a livelli a livelli pericolosi, perché i My Dying Bride si annunciano tra rintocchi di campane per poi aprire con Kneel Till Doomsday e A Map Of All Our Failures, tratte dal loro ultimo album.
Aaron Stainthorpe fin dall’inizio mostra la sua migliore vena teatrale. Con una camicia bianca che prende i colori delle luci di scena, dimostra perché si tratta di una delle band leader del suo genere. I suoi fan tengono il ritmo anche coi riff più lenti, muovendo la testa come alla moviola. Notevole!
Seguono Like Gods Of The Sun e Turn Loose The Swans, con il violino di MacGowan a incantare il pubblico.               Quasi come un incantesimo maligno, i densi riff della coppia Craighan-Glencross fanno sì che la serata si trasformi negli ultimi suoni prima dell’ultimo sospiro. Il termine per descrivere la loro densa distesa di suoni può essere “terrificante”, e gli si addice molto (non per niente sono i pionieri del genere).
Turn Loose The Swans aiuta Stainthorpe a immergersi al massimo nel personaggio e a continuare con From Darkest Sky, The Raven And The Rose, She Is The Dark, The Cry Of Mankind e infine The Forever People, con la quale gli inglesi ci danno la colonna sonora del giorno del Giudizio.

fotoxcarcassCARCASS

Dilatatori, divaricatori, bisturi. È tutto quello che mi viene in mente pochi istanti prima che nientemeno che i Carcass, sotto un telone a misura di festival.
Jeff Walker apre la sala operatoria con Buried Dreams e il mosh comincia senza fermarsi più. Il pubblico è coinvolto totalmente con il classico No Love Lost, le pulsazioni raggiungono uno stato di coma infernale con Edge of Darkness.
Quel che segue è Keep On Rotting In The Free World, con un Bill Steer pieno di groove e al tempo stesso di brutalità con classici del grindcore come Genital Grinder e Death Certificate. Veramente ben fatta la scaletta, che viaggia tra gli album più brutal del repertorio con pezzi come Exhume to Consume e Corporal Jigsore Quandary per poi deviare su un classico come Heartwork. È chiaro che molti non sono sopravvissuti a questo intervento chirurgico, tra cervicali, sfondamenti di timpani e smembramenti di genitali! I Carcass sono semplicemente una band che andrei a vedere ogni fine settimana se potessi…imperdibili!

DEVIN TOWNSEND PROJECT

Credi negli extraterrestri? Se no, allora non hai visto Devin Townsend. Un “golazo”, come diciamo in Cile. Questo musicista e genio folle, come alcuni lo definiscono, è semplicemente di un altro pianeta.
L’odissea parte con Truth l’atmosfera inizia a farsi progressiva, pregna di metal moderno e tecnico. Molti spettatori si allontanano, può essere per l’ora tarda, per la stanchezza accumulata nei 2 giorni di festival, o semplicemente perché lo trovano troppo impegnativo. Fatto sta che chi rimane – la maggioranza – si gode un’opera d’arte sonora, con un maestro di cerimonia senza camicia di forza, disposto a dare il meglio della sua storica professionalità.
A seguire ZTO e By Your Command, con una band solida e un Ryan Van Poederooyen impressionante alla batteria, e poi Epicloud, Deadhead e Where We Belong, durante le quali Townsend non smette di fare facce e di ridere insieme al pubblico.
La prestazione va avanti con Supercrush!, War, Kingdom, Juular, e una cover – a detta di Devin – che fa pensare a Rush o Slayer, e invece è Love? degli Strapping Young Lad, un sogno per i molti fan più incentrati sul periodo più brutal dell’artista.
Durante l’esibizione di Grace il bassista Brian Waddell e il chitarrista Dave Young sembrano molto affiatati; con Bad Devil arriva un suono pulito, caldo e a tratti caotico, opera della mente di un musicista considerato da molti uno dei più innovativi degli ultimi tempi.
Detto questo, Devin Townsend è un tipo con i piedi per terra, con dosi di umiltà pazzesche, dotato di senso dell’umorismo e vicino ai suoi fan a tal punto da dedicare 10 minuti a salutare sotto il palco tutti i fan che sono rimasti a manifestare il loro rispetto! Ammirevole.