SEX BEAT – “Crack”
(This Charming Man Records) Da Berlino arrivano questi autori di un punk a tratti sintetico e in altri sopra le righe, con eccedenze nel garage rock e altre influenze lambite, stravolte e prese in giro o (altro…)
(This Charming Man Records) Da Berlino arrivano questi autori di un punk a tratti sintetico e in altri sopra le righe, con eccedenze nel garage rock e altre influenze lambite, stravolte e prese in giro o (altro…)
(Pulverised Records) “Mysteries Of A Flowery Dream” sembra un assemblaggio tra post e blackened death metal, con richiami ai Mgla, Cult Of Luna di un tempo, i Mayhem, Sulphur Aeon e Vltimas. Riferimenti (altro…)
(Heavy Psych Sounds) Immaginate qualche linea melodica cara a una band krautrock, punk e la sua successiva versione new wave/goth inglese, in più quelle atmosfere più o meno spaziali e visionarie degli Hawkwind, però quelli della fine anni degli anni ’70. Un mostro (altro…)
(Dackelton Records) Duo, al debutto, dopo sette anni di gavetta, di demo, di prove, di intenzioni, di impegno per raggiungere un obiettivo… sommatoria di cose le quali, da sole, meritano i complimenti, visto che la strada verso un qualsiasi successo è sempre molto lunga… ‘it’s a long way…’… giusto? (altro…)
(Ripple Music) Nuovo album, il secondo, per la band di Portland, USA. Per l’intensità dei suoni, nel verso della forza e qualità, di marca sludge e con sporadiche sfumature appena stoner e doom, “Chaos and Catastrophes” sa (altro…)
(Prophecy Productions) Il progetto Hexvessel di Mathew McNerney ha assunto negli anni dimensioni sempre diverse, attraverso una concezione musicale in divenire da parte del musicista inglese. “Nocturne” è un titolo perfetto per descrivere questo album (altro…)
(Noise Appeal Records) Dietro una bellissima ed enigmatica copertina, esce quel che sembra essere il secondo album degli austriaci Burning Flags, una simbiosi di punk e rock alternativo, molto più efficace e coinvolgente di tanti nomi noti, famosi e ormai incapaci di dire qualcosa di nuovo. (altro…)
(Dark Essence Records) Dannati geni! In carriera la band di Bergen ha già pubblicato uno split, con i Taake… ma fare uno split con se stessi è qualcosa di maledettamente originale! “HrabnaR / Ad vesa”, ovvero “HrabnaR” e “Ad vesa”, è proprio uno split! La prima parte (o prima metà del disco) composta, concepita e cantata da H’grimnir, la seconda da V’gandr, tanto da poter offrire le due facce degli Helheim in modo affiancato, dai due punti di vista, dalle due visioni deviate e ben distinte, i due concetti abissalmente opposti, anche se indissolubilmente uniti e compatti fin dagli albori, fin dal 1992. (altro…)
(Hellprod Records) Sono un grande ammiratore dell’underground estremo brasiliano, caratterizzato da un’attitudine old school verace difficilmente riscontrabile presso le scene metal degli altri paesi. (altro…)
(Hellprod Records) Sono fortemente convinto che, almeno in passato, la provenienza geografica abbia giocato un ruolo significativo per le sorti di molte band. Ne sono un esempio i portoghesi Grog, in circolazione dal 1991 e arrivati ora al quinto album: ho la fortissima sensazione che, se anziché nel cuore dell’Europa mediterranea, fossero nati negli Stati Uniti, ora sarebbero comodamente seduti tra i grandi della scena estrema insieme ad acts come Cannibal Corpse, Suffocation e Malevolent Creation. (altro…)
(Hidden Marly Production) Il black metal nel nostro paese celebra l’uscita del quarto album dei Malignance. “The Death and the Dice – Rime of the Unredeemed” pur presentando un’esecuzione dai stretti canoni del black metal, arriva però attraverso una chiave contemporanea (altro…)
(Season of Mist) I Cryptopsy di Montreal sono tra le band estreme più celebri. I canadesi in definitiva sono molte cose perché dal 1992 a oggi Flo Mounier, batterista, è ormai l’ultimo di una stirpe che ha visto diversi cambi di formazione. Tanti quanti gli stessi cambi di stile (altro…)
(Winding Stair Records / Fiadh Productions) Un titolo visionario e potente sia nell’immagine che crea e il relativo significato concettuale legato alla musica che rappresenta. I Dolven sono autori di un doom espresso esclusivamente attraverso chitarre acustiche, percussioni, la (altro…)
(BMG) C’è molta speranza in questo ‘lascia che tutto ciò che immaginiamo sia la luce’, ottavo disco e successore del più rabbioso “No Gods No Masters” del 2021. Band iconica, originale, identificativa, di successo con trent’anni di esperienza alle spalle, una band che si mette nuovamente in gioco, proponendo un disco irresistibile, capace di invadere le radio, facendosi notare, facendosi apprezzare. (altro…)
(Crazysane Records) Un album non del tutto strumentale quello dei Goblyns, infatti su dieci pezzi primeggia proprio la parte strumentale e solo pochissimi pezzi sono corredati da un cantato. Il trio del Sud Africa si cimenta in un funk-jazz fusion con diversi (altro…)
(Hammerheart Records) Ricordate i Lunar Aurora? Il duo bavarese che concluse il suo viaggio con il favoloso “Hoagascht” (recensione qui)? Questo nuovo progetto è concepito per mano di uno di quei due -Aran- all’anagrafe Benjamin König, che di quel progetto black metal è stato fondatore e principale compositore. (altro…)
(Blues Funeral Recordings) L’assolata Arizona genera una band che da diverso tempo suona un doom acido e possente, misterioso e imponente. Loro sono i Goya di Phoenix, un trio che vede il chitarrista e cantante Jeffrey Owens, il batterista Marcus (altro…)
(By Norse Music) Dietro a questo progetto rock/folk c’è Olav Luksengård Mjelva, artista che è stato violinista dei Wardruna, oltre che dei Myrkgrav. Folk e prog. Metal e black metal, prog e rock. E non si tratta di un folk metal diretto e per certi versi confinato nel genere, piuttosto una visione moderna di suoni antichi, storici e culturali. (altro…)
(Purity Through Fire) I Goats Of Doom sono un’espressione sopra le righe del black metal. Innanzitutto sono finlandesi e per tanto debbono avere ben assorbito la follia dei loro conterranei Impaled Nazarene. Non che i Goats prendano musicalmente a piene mani dai (altro…)
(Ripple Music) Il secondo album degli HolyRoller si inttiola “Rat King” e manifesta in maniera corposa questo hard & heavy/stoner. La band statunitense sente e restituisce nel proprio suonare, una discreta ascendenza dei Red Fang, pur concedendosi lo spazio (altro…)
(Inside Out Music / Sony Music) Secondo album e secondo concept per Avkrvst, formazione norvegese dedita a un prog rock molto personale e raffinato, il quale pesca sicuramente dai grandi nomi del passato, rileggendo però tutto in chiave moderna e proiettata al futuro. (altro…)
(Autoproduzione) Il progetto Unspoilt nasce in piena era pandemica quando, Simone e Dieter Scwarz, rispettivamente voce e batteria dei Dark Zodiak decidono di unire le forze con il bassista dei Muggeseggl Marco Vunc, per dare vita a questo side project che musicalmente si orienta verso un death/thrash piuttosto grezzo e dozzinale, eppure sufficientemente convincente e divertente. (altro…)
(Black Widow Records) C’è del mistero dietro L’Impero delle Ombre. In teoria si sono sciolti qualche tempo dopo la release di “Racconti macabri Vol. III” (recensione qui), però eccoli ora tornare con quello che sembra essere dichiaratamente l’ultimo e definitivo capitolo -il quarto- della storia di questa band capitanata dall’iconico Giovanni ‘John Goldfinch’ Cardellino. Un disco profondo, infinitamente oscuro, pesante ma anche deliziosamente melodico, un altro esempio di sublime ‘cemetery rock’, genere nel quale la stessa band ama classificarsi. (altro…)
(Nordvis Produktion) Nella natura selvaggia e remota della Finlandia, la fredda area nord-orientale, c’è un artista che ha intrapreso un viaggio introspettivo e solitario. Con questo progetto denominato Sielue, il mastermind Janne Posti (Häxkapell, Sons of Crom) domina un vasto range di strumenti e linee vocali, tornando alle radici, dimenticando il metal e abbracciando il mistico mondo del dark folk acustico. (altro…)
(Black Widow Records) Sono lenti nella pubblicazione gli italiani Kryuhm. Esistono da quando? Dal ’99? Pause comprese? Una vita, una eternità… e questo “Demoni” è il solo secondo disco, successore di “Only in My Mind” del 2022. (altro…)
(Ván Records) I Kalmen nel proprio black metal tracciano nell’atmosfera generale passaggi in stile doom con vaghi elementi post black metal. “Sombre Vaults” è una nera, nerissima notte di tumulto dell’anima, dove le cadenze ritmiche dei pezzi sono blast beat (altro…)
(Napalm Records) La Napalm Records promuove il nuovo e terzo album dei Tetrarch, band di Atlanta in Georgia, USA, che con l’etichetta austriaca aveva già pubblicato il precedente lavoro del 2021. Autori di un nu metal con atmosfere futuribili e del tipo post metal, non (altro…)
(ROAR) Non un vero nuovo album, piuttosto un tributo al passato per i pionieri del black tedesco Mystic Circle! Anzi, nemmeno un nuovo lavoro, piuttosto una reissue di “Kriegsgötter II” EP uscito nel 2000, qui corredato da cinque anziché solo tre cover. (altro…)
(Copper Feast Records) Sono scozzesi e per “Earl Of Hell” si sono affidati al mixaggio e masterizzazione di Alain Johannes (Queens of the Stone Age, EODM, Mark Lanegan). Earl Of Hell al (altro…)
(Comatose Music) Questi newyorkesi sono sinceramente e totalmente devoti al brutal death metal più classico. Si, non mancano disfunzioni slam, però il loro suonare è marcato, possente, atrocemente sanguinario, spezzettato (altro…)
(autoprodotto) Debutta il rocker australiano Mario Vayne, decisamente catchy, infinitamente ottantiano, il quale si rivela ottimo vocalist e pure valido chitarrista. (altro…)
(Supernatural Cat) La label degli Ufomammut – due della band la fondano con Malleus Rock Art Lab – nonché di Zolle, Incoming Cerebral Overdrive e altri ancora, pubblica questo trio finlandese dedito a un granitico matrimonio tra space rock, psichedelia e (altro…)
(autoprodotto) Gotici, elettronici, oscuri, decadenti, avvolti in una coltre di nebbia. Musica impattante, ricca di dettagli industriali, ma anche di doom, di EDM, di synth… fino ad abbracciare qualche parentesi ambient. Dieci brani che danzano sulla decadenza della dark wave, erigendo tuttavia un muro di rock duro, di post rock, passando per gli ambiti tetri del nu-metal… ed oltre, molto oltre. (altro…)
(Be NEXT Music) Considero Pino Scotto come una sorta di Highlander; classe 1949, Giuseppe Scotto Di Carlo appartiene, anno più anno meno, alla stessa generazione di artisti come Ozzy Osbourne, David Coverdale, Ian Gillan e Robert Plant, solo per citarne alcuni, ma la lista è molto più lunga. Tutti musicisti che oggi sono considerati delle leggende, solo che complici gli stravizi della vita da rock stars, sono bolliti da un bel pezzo, a differenza del nostro Pino, che si conferma in ottima forma sia in studio che sulle assi del palcoscenico, posto nel quale ancora oggi ha molto da insegnare a tanti pivellini che si affacciano euforici sulla scena. (altro…)
(Darkness Shall Rise) Impurus si cela dietro al nome Cromlech. One man band tedesca che espone un atmpospheric black metal con risvolti ritual. Cromlech pubblica il suo secondo album e presenta porzioni (altro…)