Le nostre recensioni di novità o album già in circolazione, le impressioni, le sensazioni, le analisi e dei nostri ascolti su tutta la musica della scena metal & rock.
(Signal Rex) A cinque anni dal complesso “Cosmogonie”, torna il duo francese con un’altra opera introspettiva, cupa, contorta, anche se in qualche modo più diretta, più immediata, cosa che comunque non ne limita il fascino e quel senso di malinconico mistero. (altro…)
(Transcending Obscurity Records) Uno dei principali difetti del brutal death è la ripetitività: capita spesso, infatti, che al di là dell’impatto iniziale, della violenza, della profondità della voce o del tasso tecnico messo in mostra dai musicisti, i brani tendano ad assomigliarsi tra loro, risultando prevedibili al punto che riuscire ad ascoltare un disco intero senza sbadigliare diventa un’impresa ardua. (altro…)
(code666) Probabilmente non li avete mai sentiti, cosa anche normale considerando che sono al debutto. Uno sguardo alla tracklist offre la vista su ben sedici brani… cosa che potrebbe spaventare o suggerire noia, se non fosse per il fatto che sono tutti pezzi molto brevi, per una durata complessiva di poco più di quaranta minuti. (altro…)
(Cruz Del Sur Music) Meraviglioso esordio per gli Æternia, i quali avevano comunque pubblicato tre anni fa un EP dal titolo “The Quest”. “Into The Golden Halls” arriva da una band ferocemente dedita al power metal, rimanendo dunque nel solco di uno stile classico, cromato, suonato in maniera arrembante e con suoni squillanti, d’acciaio e dunque di heavy (altro…)
(autoproduzione) Il melodic death metal svedese trova una via d’espressione nei Vittra. Coloro che si chiamavano Vildvittra, un nome che arriva da un personaggio di un libro fantasy per bambini, pubblicano infatti il secondo album che mostra un ben ragionato equilibrio stilistico tra death e thrash metal. Gli svedesi infatti sono ancorati al genere melodic e (altro…)
(Century Media Records) Terzo album, terzo voto massimo (qui e qui i due precedenti). Inutile girarci intorno, ma questa band americana è il top. Brutti, antiestetici, lontani da forma e immagine, ci sputano in faccia, senza ritegno, un death metal sanguinolento e depravato. I Sanguisugabogg sono così fuori moda da crearne una tutta loro, riesumando (termine dal significato iconico, visti i cadaveri disseminati nei vari testi) un death metal antico, fottutamente puro, pestilenziale, macilento. (altro…)
(Century Media / Sony Music) Il ritorno dei Coroner era qualcosa di auspicabile da diversi anni. Il trio svizzero che si fermò nel 1996, nel 2010 ritorna a esibirsi dal vivo, con l’ultimo album pubblicato dal titolo “Grin” nel 1993. Tommy Baron e Ron Royce reclutano nel 2014 Diego Rapacchiotti a sostituzione di Marquis Marky, un membro tra l’altro. I Coroner (altro…)
(Apollon Records) A molti questa band potrà risultare sconosciuta, ma in realtà è in circolazione da tre decenni, con ben sette album pubblicati. L’ultimo di questi – quello qui in esame – porta un titolo ispirato al poeta, scrittore e drammaturgo gallese Dylan Thomas (1914-1953): una visione un po’ pessimistica, seppur ineluttabile, di ciò che è inevitabile, ovvero la fine, la morte. (altro…)
Credo sia evidente che ai Warrant piaccia prendersela comoda: nata nel 1983, la band tedesca torna sulle scene con il terzo album, a ben undici anni dal precedente “Metal Bridge”, uscito appunto nel 2014 e che aveva come principale difetto una lunghezza eccessiva, rendendo difficile arrivare alla fine dei quindici brani proposti. (altro…)
(Gymnocal Industries) Progetto solista danese, ma di stanza a Bergen, molto prolifico e devoto al tessere intrecci musicali ambient, ipnotici, drone, anche shoegaze, sempre deliziosamente malinconici. (altro…)
(Heidens Hart) I tedeschi Pest sono stati attivi tra il 1997 e il 2011, anno della morte del batterista Mrok. Poi si sono ripresi e dati da fare registrando un album nel 2014, il quale allora era stato il quinto per la black metal band. “Eternal Nightmares” è dunque la sesta opera che non sconfessa il credo nichilista, minimale e raw dei Pest. Album (altro…)
(Season Of Mist) L’EP “The Cult of Kariba” è un ritorno importante per i Carach Angren. Sono 20 minuti ben strutturati, con una introduzione e cinque pezzi corredati di grandi orchestrazioni, chitarre elettriche energiche e una base ritmica agile, maestosa e addentro alle situazioni di arrangiamento dei pezzi. Symphonic black metal dalla portata melodica importante (altro…)
(Blutgott Metal Universe / FDA) Per ogni pubblicazione di Thomas Gurrath serve fare un piccolo riassunto per mettere ordine e capire chi è e cosa propone. Gurrath, nasce a Stoccarda nel 1980, diventa professore di filosofia in un liceo. Al contempo è un musicista con una band da lui creata, i Debauchery, i quali si rifanno a un universo fantasy popolato da (altro…)
(Nuclear Blast Records) Sesto album dei Perturbator, progetto del francese James Kent, eclettico artista devoto alla synthwave, alla dark wave, all’industrial e al dark synth. Un nuovo lavoro che intensifica quelle tenebre elettroniche alle quali ci ha abituato, questa volta con un manipolo di ospiti perfettamente in linea con il genere proposto: nell’album troviamo infatti Kristoffer Rygg (Ulver), Neige (Alcest), Tristan Shone (Author & Punisher) e Greta Link. (altro…)
(autoproduzione) È un flusso di cose inusuali questo EP dei finnici Synthre e tra l’altro con una produzione che rende i suoni squillanti, magari anche leggermente dissonanti in certi momenti, eppure con fluire un intrigante saltuariamente dissonante. Definiti come black metal, i Synthre in realtà sommano (altro…)
(Les Acteurs de l’Ombre Productions) Secondo capitolo per il trio francese con il suo black metal melodico, sapientemente incastrato in ambientazioni medioevali tali da rendere tutto più epico, più glorioso, più esaltante, più travolgente. (altro…)
(Nuclear Blast Records) Voglio sin da subito premettere che, secondo me, i Testament non hanno mai fatto un disco che possa definirsi brutto o mediocre, assestandosi sempre su livelli buoni o eccellenti. Eppure, il penultimo lavoro, “Titans Of Creation” mi aveva lasciato parzialmente l’amaro in bocca, per via di brani sicuramente ben composti e tecnicamente ineccepibili, però, a mio avviso, mancanti di quel quid che li renda memorabili, nonostante un approccio talvolta melodico, sia nelle sonorità che nelle parti vocali. In altre parole, mancavano quei brani che da soli identificano un album, come “Rise Up”, “D.N.R.” oppure, in territori più melodici, “Electric Crown”. (altro…)
(Ad Noctem Records) C’è del nuovo metallo estremo sulla scena. Si tratta di una band italiana formatasi solo l’anno scorso e giunta ora al debutto, anche se già ben attiva in sede live (la formazione era sul palco anche dell’ultimo Padova Metal Fest… e noi l’abbiamo fotografata); ma non si tratta di un gruppo di debuttanti, anzi, visto che in formazione militano Alessandro Gorgi (Lostair), Daniele Ferretto e Stefano Carraro (Ades Numen, ex-Cruenta Lacrymis) e l’incredibile frontwoman Miriam Brigge, precedentemente tastierista nei Cruenta Lacrymis. (altro…)
(Transcending Obscurity Records) Secondo EP per gli Abyssalis, band proveniente da Atlanta dedita a un death metal tecnico e brutale, a cavallo tra la vecchia scuola, con richiami ai capostipiti del genere Suffocation, e influenze più moderne, talvolta vicine al deathcore, come Decapitated, Demon King e Soreption. (altro…)
(autoproduzione / Artist First) I Sanlevigo nascono a Roma e derivando dalla new wave e il post punk pur con uno sguardo occasionale ai Radiohead. Per l’ascoltatore significa trovarsi di fronte a un sound con una quota di minimalismo ma denso di atmosfere sul lato più intimo ed emozionale. La band presenta un lotto di canzoni, in italiano, che tracciano (altro…)
(Godz Ov War Productions) Cala l’oscurità, l’aria inizia a fremere e un’ondata di rabbia emerge dagli abissi. “Złudnia” è l’irrompere di una vorticante e travolgente forza sonora che si esprime attraverso un black metal con frequenti e scintillanti spunti tecnici e inflessioni blackened death metal. Il secondo album degli Angrrsth è una sublimazione del metal estremo, presentato (altro…)
Di redazione|2025-10-07T18:36:07+02:0008 Ottobre 2025|Categorie: A, ALBUM|
(Apollon Records Prog) Con “Firebrand” il trio norvegese si lascia andare ad un prog più classico, più fine a se stesso, senza troppe divagazioni space o jazz. Però sembrava si fossero sciolti, sembrava avessero concluso il loro percorso… solo che, apparentemente, c’era un altro disco pronto, cosa prevedibile per una band il cui precedente lavoro è l’evoluzione di un demo. (altro…)
(Blues Funeral Recordings) I Blue Heron si formano ad Albuquerque nel New Mexico pochi anni fa e hanno all’attivo due album e uno split con gli High Desert Queen. Al momento i Blues si dimostrano abili artigiani di un doom-stoner dai suoni totalmente intrsi di fuzz e ampie porzioni dialcuni pezzi che virano verso lo sludge. Questo suono (altro…)
(Kontrabass) “Litera”, ovvero ‘lettera’, la parola scritta, i testi, i libri, elemento centrale di una cultura. E la lettera è la particella più piccola di una parola, di un testo, di una storia. O del testo di una canzone. La progressive rock/metal band ucraina parla molto di sé in questo album, esplorando il panorama emotivo del proprio Paese in tempi di turbolenza, utilizzando la natura e i sentimenti primordiali come sottili e irresistibili metafore, senza toccare esplicitamente l’argomento bellico, anche se è indubbiamente percepibile, palpabile, presente in quel senso di sfogo che anche il nervosismo di progressioni sonore vuole evidenziare, come accade per brani quali “Tyhr”. (altro…)
(Naturmacht Productions) Tanvald è di fatto una one man band che ha già pubblicato diverse cose, QUI reperibili, improntando il tutto sul black metal vissuto in una maniera minimale, d’atmosfera e con risvolti quasi mistici, misantropici e in definitiva depressive. L’iconografia di Tanvald visibile dalle sue copertine e nelle stesse presentazioni (altro…)
(FusionCore Records) Musica fresca da Dimitry, all’anagrafe Demetrio Scopelliti, virtuoso italiano della sei corde che ormai si è meritatamente guadagnato un nome riconosciuto internazionalmente. Musica fresca, musica intensa, progressive metal di pregiata fattura che crea un campo di battaglia perfetto per le evoluzioni alla sei corde che Demetrio riesce a scolpire con fraseggi intensi, con passaggi d’effetto, fino a quelle incredibili, immancabili e irresistibili evoluzioni. (altro…)
(Pulverised Records) Jonny Pettersson e il resto della truppa sono alla seconda pubblicazione con la Pulverised Records, dopo l’EP di due anni fa intitolato “In the Absence of Faith”. La band capitanata dall’autore, musicista, nonché anche produttore e tecnico di studio, si ripresenta con il tipico e arcaico death sound di matrice svedese, corredato da atmosfere tenebrose, concepite (altro…)
(Svart Records) È il quinto album per questa band sperimentale finlandese in giro dal 1996 e con una line up invariata dal 1999… una line up composta da tre robot androgini progettati per fare le pulizie —CW01, CW03 e CW04— tutti capaci di autoconsapevolezza, tanto da arrivare non solo a comporre musica, ma anche a costruirsi i propri strumenti, spesso con materiale di scarto scovato in discarica. (altro…)
(Reigning Phoenix Music) Apprezzabile la prosecuzione da parte di Udo Dirkschneider con questa band, creata pochi anni fa e riproposta con il nuovo album “Babylon”. Dirkschneider And The Old Gang sono il celebre cantante tedesco, il bassista Paul Baltes (Accept e non solo), i chitarristi Stefan Kaufmann (Accept e U.D.O.) e Mathias Dieth (Sinner e U.D.O.), il batterista e (altro…)
(Blood Blast Distribution) Secondo full length per Galge, formazione danese fautrice di un metal estremo difficile da catalogare in un genere ben preciso, eppure dal sound nitido e ben definito. (altro…)
(Steamhammer / SPV) Una cosa che non manca ai Rage è la prolificità, visto che, se consideriamo anche gli inizi quando la band si chiamava ancora Avenger, questo è il ventisettesimo album in quarant’anni di onorata carriera per la formazione capitanata dall’inossidabile Peavey Wagner. Una carriera che potremmo dividere in tre fasi: la prima più legata al metal tedesco, roccioso e con frequenti richiami allo speed metal e al thrash; la seconda vede la formazione teutonica subire l’influenza della musica classica, prima con lo sperimentale “Lingua Mortis”, poi con “XIII”; una fase ulteriormente enfatizzata nel 1999, con l’entrata in line up del virtuoso chitarrista e tastierista bielorusso Victor Smolski, il quale ha portato in dote un bagaglio progressive di grande spessore, diventando inizialmente un valore aggiunto per la band, trasformandosi però con gli anni in una zavorra, con dischi che tendevano a suonare sin troppo simili tra loro (queste due fasi precedenti sono state comunque immortalate nel mastodontico doppio album “Afterlifelines”, uscito lo scorso anno. La terza fase comincia parte appunto dall’uscita di Smolski nel 2015, con un ritorno dei Rage allo stile più ruvido, cosa che ha caratterizzato capolavori come “The Missing Link” e “Black In Mind”. “A New World Rising” preme invece in maniera decisa sull’acceleratore, con alcuni riff travolgenti di chiara matrice thrash: intendiamoci, non è che improvvisamente i Rage siano diventati i Sodom, perché lo stile di Peavey e soci rimane inconfondibile, ma bisogna ammettere che un brano come “Innovation” randella alla grande, pur mantenendo linee melodiche decisamente catchy. La successiva “Against The Machine” è altrettanto roboante nel riffing, mentre l’inconfondibile voce di Peavey mostra la sua innata capacità di tessere melodie ruffiane nonostante la timbrica alquanto ruvida. “Freedom” è rocciosa e marziale nel riff, mentre il ritornello è studiato per essere cantato dal pubblico, con i classici ‘oh-ooh-oh’ da urlare in sede live. “Fire In Your Eyes” è una sorta di dichiarazione d’amore per l’audience metal, molto orecchiabile e dal ritornello incommensurabilmente paraculo, ma che funziona alla perfezione, visto che a metà brano mi trovavo già a canticchiarlo. La seconda parte dell’album è leggermente inferiore rispetto ai brani iniziali, ma si assesta comunque su livelli più che buoni, dove spicca l’eccellente “Paradigm Change”, dalle sonorità vicine all’hard rock. L’elevata prolificità discografica dei Rage non va a discapito della qualità, grazie ad una formazione ispirata, coesa e che dimostra di sapersi ancora entusiasmare e divertire.
(Subsound Records) Continua i rituale dei Nero Kane, continua questo viaggio in una spiritualità folk e a tratti dark blues, una liturgia esaltata da sonorità trasversali, tra il convenzionale e l’astratto, con anche la voce dell’enigmatica Samantha Stella, a completamento di un duo unico e ormai iconico. (altro…)
(Blood Blast Distribution) Dall’immenso cosmo del metalcore e del post-metalcore emerge questo quintetto sloveno, il quale giunge al secondo lavoro. Aggressivi al punto giusto, ma anche estremamente atmosferici, amano sonorità elettroniche più seducenti che violente, tanto che l’album stesso apre con una certa dose di furia che va poi addolcendosi man mano che si susseguono le canzoni, andando a sostituire toni aspri con quelli più tetri e avvolgenti, in linea con testi che parlano di battaglia contro la sclerosi multipla, i problemi sociali, il rifiuto personale dovuto alla sessualità, senza dimenticare le paure geopolitiche… tutti problemi che toccano personalmente il frontman. (altro…)
(earMusic) È un album meno luminoso, più tetro e in un certo senso più grezzo, più diretto, questo “Don’t Sell Your Soul”, se lo vogliamo comparare ad esempio agli ultimi due lavori “Immortal” e “Universal”. Chitarra sublime come di consueto, riff granitici, irremovibili, tuonanti, mentre il microfono è condiviso tra Erik Grönwall, Robin McAuley, Dimitri “Lia” Liapakis e Michael Voss. Tre quarti d’ora, undici brani, undici chicche di hard & heavy pregiato. (altro…)
(Moment Of Collapse Records) Quartetto di Münster, dunque a nord di Dortmund, che si presenta finalmente con un album. I tedeschi Außerwelt si formano quattrodici anni fa e hanno pubblicato diverse cose ma mai un album fino a oggi. La band è dedita al post metal che lo suona con energia. Si evince dalle loro composizioni come le chitarre siano (altro…)