Le nostre recensioni di novità o album già in circolazione, le impressioni, le sensazioni, le analisi e dei nostri ascolti su tutta la musica della scena metal & rock.
SINTAGE – “Unbound Triumph”

(High Roller Records) Entusiasmo, energia, divertimento… Queste sono le sensazioni che ho provato all’ascolto di “Unbound Triumph”, secondo full-length dei Sintage. La formazione tedesca sembra puntare molto su questo lavoro, ma allo stesso tempo traspare l’impressione che il quintetto di Leipzig si sia divertito un mondo a comporre questi otto brani che brillano per classe, aggressività e melodia, restando saldamente ancorati al metal tradizionale, muovendosi ora in direzione speed metal, ora in territori sleaze, flirtando talvolta con il thrash. (altro…)
(InsideOut Music) Oltre due ore immense (molto più di due ore nella versione Blu-ray), un concerto immenso dei norvegesi Leprous, in massima forma, carichi, capaci di trasmettere un fiume di emozioni amplificato dalla superba performance vocale di Einar Solberg, il quale oltre al falsetto ricorda a tutti che in certi passaggi in growl sono ancora ampiamente alla sua portata. Il concerto registrato si tenne il 7 febbraio scorso a Tilburg, in Olanda, al Poppodium 013, dove si svolge anche il Roadburn Festival.
(Black Lion Records) I Centinex sono poco ispirati. La death metal band nata nel 1990 a volte ci ha consegnato lavori inaspettati, mostrando influenze o scelte stilistiche diverse dal suo solito. I Centinex sono stati anche questo, cioè cambiare le carte in tavola, per convenienza o convinzione. “With Guts and Glory” segna un ritorno per la band, il cui ultimo album
(Nuclear Blast Records) Max Cavalera ha dato il meglio di sé nei Sepultura e nei Fudge Tunnel. Si riconosce ai Cavalera Conspiracy un buon momento, come l’esordio “Inflikted”, però Max Cavalera ha infine il peccato di essere ridondante, portando tutto ciò che fa a esaurirsi perché ripete quanto già fatto e fino allo sfinimento. Il resto fatto da Max, al di fuori dei contesti 
(autoproduzione)
(Dusktone) Lo svizzero Reto Mäder (Ural Umbo, JeGong, RM74) crea questo progetto che forse non riceve una forma definitiva, se non dal momento in cui si aggiungono Jukka Rämänen (batterista di Hexvessel, Waste Of Space Orchestra, ex Dark Buddha Rising, Ural Umbo) e Marko Neuman (cantante, parte di Convocation, ex Dark Buddha Rising, Ural Umbo). L’interazione 
(Metal Blade Records) La Metal Blade Records si attiva per portare sul mercato e nella sola versione digitale, due lavori dei Wolfbrigade che quest’anno festeggiano i loro trent’anni di carriera. La band svedese nasce nella scena hardcore locale, a Mariestad, nel 1995
(Scarlet Records) Glasya è una band symphonic metal lusitana oggi al terzo album, con alla voce la notevole Eduarda Soeiro. I Glasya hanno realizzato un album che si discosta un po’ da quanto hanno fatto in precedenza. “Heaven’s Demise” nel 2019 è stato seguito da “Attarghan” nel 2022, un concept che si rifaceva all’antichità persiana e proponendo dunque
(Scarlet Records) Esordiscono lo scorso anno con l’album “Powerlords” (



(Steamhammer) Gli instancabili Them tornano con il quinto album, ancora una volta immersi nella loro dimensione horror e fedeli all’influenza di Sua Maestà King Diamond.
(Perception) Quegli adorabili e sempre bravi fricchettoni dei Siena Root, hanno pubblicato un delizioso live album. “Made in KuBa” è il resoconto di tre concerti tenuti al Kulturbahnhof di Jena, Germania e appunto abbreviato in KuBa, il tutto registrato su nastro e usando solo attrezzatura analogica. Sono dodici canzoni pescate in giro nella 

(Autoproduzione / Blood Fire Death) Secondo album per i catalani Saüc, a quattro anni dal debutto “Eterna”, un disco di ottimo heavy metal, con forti influenze thrash e cantato in lingua catalana. “Catarsi” mantiene una certa potenza, pur allontanandosi decisamente dal thrash, abbracciando un sound più moderno, capace di unire il metal di inizio anni ’90 con un approccio più aperto verso l’alternative e il progressive. 

(Metal Blade Records) Negli ultimi dieci anni i Primordial hanno lasciato diverse testimonianze delle loro performance dal vivo, pubblicando dei live album. Ora si aggiunge questa release supportata dalla Metal Blade, la quale aveva già pubblicato un live tedesco della band irlandese nove anni fa, ovvero “Gods to the Godless” al Bang Your Head Festival. “Live in New York City”
(Osmose Productions) Infernale e devastante “Primeval Cult of Strength in the Womb of Suffer”. Settima opera dei polacchi Kingdom, mostruosi e ormai rodati alfieri del death metal più spietato, spesso veloce, maleficamente brutale e inquietante. I Kingdom suonano in maniera sicura, tenendo alta questa atmosfera devastatrice, apocalittica esprimendo 



(Signal Rex) A cinque anni dal complesso “
(code666) Probabilmente non li avete mai sentiti, cosa anche normale considerando che sono al debutto. Uno sguardo alla tracklist offre la vista su ben sedici brani… cosa che potrebbe spaventare o suggerire noia, se non fosse per il fatto che sono tutti pezzi molto brevi, per una durata complessiva di poco più di quaranta minuti.
(Cruz Del Sur Music) Meraviglioso esordio per gli Æternia, i quali avevano comunque pubblicato tre anni fa un EP dal titolo “The Quest”. “Into The Golden Halls” arriva da una band ferocemente dedita al power metal, rimanendo dunque nel solco di uno stile classico, cromato, suonato in maniera arrembante e con suoni squillanti, d’acciaio e dunque di heavy
(autoproduzione) Il melodic death metal svedese trova una via d’espressione nei Vittra. Coloro che si chiamavano Vildvittra, un nome che arriva da un personaggio di un libro fantasy per bambini, pubblicano infatti il secondo album che mostra un ben ragionato equilibrio stilistico tra death e thrash metal. Gli svedesi infatti sono ancorati al genere melodic e 
(Century Media / Sony Music) Il ritorno dei Coroner era qualcosa di auspicabile da diversi anni. Il trio svizzero che si fermò nel 1996, nel 2010 ritorna a esibirsi dal vivo, con l’ultimo album pubblicato dal titolo “Grin” nel 1993. Tommy Baron e Ron Royce reclutano nel 2014 Diego Rapacchiotti a sostituzione di Marquis Marky, un membro tra l’altro. I Coroner 