Le nostre recensioni di novità o album già in circolazione, le impressioni, le sensazioni, le analisi e dei nostri ascolti su tutta la musica della scena metal & rock.
(Nuclear Blast Records) Sesto album dei Perturbator, progetto del francese James Kent, eclettico artista devoto alla synthwave, alla dark wave, all’industrial e al dark synth. Un nuovo lavoro che intensifica quelle tenebre elettroniche alle quali ci ha abituato, questa volta con un manipolo di ospiti perfettamente in linea con il genere proposto: nell’album troviamo infatti Kristoffer Rygg (Ulver), Neige (Alcest), Tristan Shone (Author & Punisher) e Greta Link. (altro…)
(autoproduzione) È un flusso di cose inusuali questo EP dei finnici Synthre e tra l’altro con una produzione che rende i suoni squillanti, magari anche leggermente dissonanti in certi momenti, eppure con fluire un intrigante saltuariamente dissonante. Definiti come black metal, i Synthre in realtà sommano (altro…)
(Les Acteurs de l’Ombre Productions) Secondo capitolo per il trio francese con il suo black metal melodico, sapientemente incastrato in ambientazioni medioevali tali da rendere tutto più epico, più glorioso, più esaltante, più travolgente. (altro…)
(Nuclear Blast Records) Voglio sin da subito premettere che, secondo me, i Testament non hanno mai fatto un disco che possa definirsi brutto o mediocre, assestandosi sempre su livelli buoni o eccellenti. Eppure, il penultimo lavoro, “Titans Of Creation” mi aveva lasciato parzialmente l’amaro in bocca, per via di brani sicuramente ben composti e tecnicamente ineccepibili, però, a mio avviso, mancanti di quel quid che li renda memorabili, nonostante un approccio talvolta melodico, sia nelle sonorità che nelle parti vocali. In altre parole, mancavano quei brani che da soli identificano un album, come “Rise Up”, “D.N.R.” oppure, in territori più melodici, “Electric Crown”. (altro…)
(Ad Noctem Records) C’è del nuovo metallo estremo sulla scena. Si tratta di una band italiana formatasi solo l’anno scorso e giunta ora al debutto, anche se già ben attiva in sede live (la formazione era sul palco anche dell’ultimo Padova Metal Fest… e noi l’abbiamo fotografata); ma non si tratta di un gruppo di debuttanti, anzi, visto che in formazione militano Alessandro Gorgi (Lostair), Daniele Ferretto e Stefano Carraro (Ades Numen, ex-Cruenta Lacrymis) e l’incredibile frontwoman Miriam Brigge, precedentemente tastierista nei Cruenta Lacrymis. (altro…)
(Transcending Obscurity Records) Secondo EP per gli Abyssalis, band proveniente da Atlanta dedita a un death metal tecnico e brutale, a cavallo tra la vecchia scuola, con richiami ai capostipiti del genere Suffocation, e influenze più moderne, talvolta vicine al deathcore, come Decapitated, Demon King e Soreption. (altro…)
(autoproduzione / Artist First) I Sanlevigo nascono a Roma e derivando dalla new wave e il post punk pur con uno sguardo occasionale ai Radiohead. Per l’ascoltatore significa trovarsi di fronte a un sound con una quota di minimalismo ma denso di atmosfere sul lato più intimo ed emozionale. La band presenta un lotto di canzoni, in italiano, che tracciano (altro…)
(Godz Ov War Productions) Cala l’oscurità, l’aria inizia a fremere e un’ondata di rabbia emerge dagli abissi. “Złudnia” è l’irrompere di una vorticante e travolgente forza sonora che si esprime attraverso un black metal con frequenti e scintillanti spunti tecnici e inflessioni blackened death metal. Il secondo album degli Angrrsth è una sublimazione del metal estremo, presentato (altro…)
Di redazione|2025-10-07T18:36:07+02:0008 Ottobre 2025|Categorie: A, ALBUM|
(Apollon Records Prog) Con “Firebrand” il trio norvegese si lascia andare ad un prog più classico, più fine a se stesso, senza troppe divagazioni space o jazz. Però sembrava si fossero sciolti, sembrava avessero concluso il loro percorso… solo che, apparentemente, c’era un altro disco pronto, cosa prevedibile per una band il cui precedente lavoro è l’evoluzione di un demo. (altro…)
(Blues Funeral Recordings) I Blue Heron si formano ad Albuquerque nel New Mexico pochi anni fa e hanno all’attivo due album e uno split con gli High Desert Queen. Al momento i Blues si dimostrano abili artigiani di un doom-stoner dai suoni totalmente intrsi di fuzz e ampie porzioni dialcuni pezzi che virano verso lo sludge. Questo suono (altro…)
(Kontrabass) “Litera”, ovvero ‘lettera’, la parola scritta, i testi, i libri, elemento centrale di una cultura. E la lettera è la particella più piccola di una parola, di un testo, di una storia. O del testo di una canzone. La progressive rock/metal band ucraina parla molto di sé in questo album, esplorando il panorama emotivo del proprio Paese in tempi di turbolenza, utilizzando la natura e i sentimenti primordiali come sottili e irresistibili metafore, senza toccare esplicitamente l’argomento bellico, anche se è indubbiamente percepibile, palpabile, presente in quel senso di sfogo che anche il nervosismo di progressioni sonore vuole evidenziare, come accade per brani quali “Tyhr”. (altro…)
(Naturmacht Productions) Tanvald è di fatto una one man band che ha già pubblicato diverse cose, QUI reperibili, improntando il tutto sul black metal vissuto in una maniera minimale, d’atmosfera e con risvolti quasi mistici, misantropici e in definitiva depressive. L’iconografia di Tanvald visibile dalle sue copertine e nelle stesse presentazioni (altro…)
(FusionCore Records) Musica fresca da Dimitry, all’anagrafe Demetrio Scopelliti, virtuoso italiano della sei corde che ormai si è meritatamente guadagnato un nome riconosciuto internazionalmente. Musica fresca, musica intensa, progressive metal di pregiata fattura che crea un campo di battaglia perfetto per le evoluzioni alla sei corde che Demetrio riesce a scolpire con fraseggi intensi, con passaggi d’effetto, fino a quelle incredibili, immancabili e irresistibili evoluzioni. (altro…)
(Pulverised Records) Jonny Pettersson e il resto della truppa sono alla seconda pubblicazione con la Pulverised Records, dopo l’EP di due anni fa intitolato “In the Absence of Faith”. La band capitanata dall’autore, musicista, nonché anche produttore e tecnico di studio, si ripresenta con il tipico e arcaico death sound di matrice svedese, corredato da atmosfere tenebrose, concepite (altro…)
(Svart Records) È il quinto album per questa band sperimentale finlandese in giro dal 1996 e con una line up invariata dal 1999… una line up composta da tre robot androgini progettati per fare le pulizie —CW01, CW03 e CW04— tutti capaci di autoconsapevolezza, tanto da arrivare non solo a comporre musica, ma anche a costruirsi i propri strumenti, spesso con materiale di scarto scovato in discarica. (altro…)
(Reigning Phoenix Music) Apprezzabile la prosecuzione da parte di Udo Dirkschneider con questa band, creata pochi anni fa e riproposta con il nuovo album “Babylon”. Dirkschneider And The Old Gang sono il celebre cantante tedesco, il bassista Paul Baltes (Accept e non solo), i chitarristi Stefan Kaufmann (Accept e U.D.O.) e Mathias Dieth (Sinner e U.D.O.), il batterista e (altro…)
(Blood Blast Distribution) Secondo full length per Galge, formazione danese fautrice di un metal estremo difficile da catalogare in un genere ben preciso, eppure dal sound nitido e ben definito. (altro…)
(Steamhammer / SPV) Una cosa che non manca ai Rage è la prolificità, visto che, se consideriamo anche gli inizi quando la band si chiamava ancora Avenger, questo è il ventisettesimo album in quarant’anni di onorata carriera per la formazione capitanata dall’inossidabile Peavey Wagner. Una carriera che potremmo dividere in tre fasi: la prima più legata al metal tedesco, roccioso e con frequenti richiami allo speed metal e al thrash; la seconda vede la formazione teutonica subire l’influenza della musica classica, prima con lo sperimentale “Lingua Mortis”, poi con “XIII”; una fase ulteriormente enfatizzata nel 1999, con l’entrata in line up del virtuoso chitarrista e tastierista bielorusso Victor Smolski, il quale ha portato in dote un bagaglio progressive di grande spessore, diventando inizialmente un valore aggiunto per la band, trasformandosi però con gli anni in una zavorra, con dischi che tendevano a suonare sin troppo simili tra loro (queste due fasi precedenti sono state comunque immortalate nel mastodontico doppio album “Afterlifelines”, uscito lo scorso anno. La terza fase comincia parte appunto dall’uscita di Smolski nel 2015, con un ritorno dei Rage allo stile più ruvido, cosa che ha caratterizzato capolavori come “The Missing Link” e “Black In Mind”. “A New World Rising” preme invece in maniera decisa sull’acceleratore, con alcuni riff travolgenti di chiara matrice thrash: intendiamoci, non è che improvvisamente i Rage siano diventati i Sodom, perché lo stile di Peavey e soci rimane inconfondibile, ma bisogna ammettere che un brano come “Innovation” randella alla grande, pur mantenendo linee melodiche decisamente catchy. La successiva “Against The Machine” è altrettanto roboante nel riffing, mentre l’inconfondibile voce di Peavey mostra la sua innata capacità di tessere melodie ruffiane nonostante la timbrica alquanto ruvida. “Freedom” è rocciosa e marziale nel riff, mentre il ritornello è studiato per essere cantato dal pubblico, con i classici ‘oh-ooh-oh’ da urlare in sede live. “Fire In Your Eyes” è una sorta di dichiarazione d’amore per l’audience metal, molto orecchiabile e dal ritornello incommensurabilmente paraculo, ma che funziona alla perfezione, visto che a metà brano mi trovavo già a canticchiarlo. La seconda parte dell’album è leggermente inferiore rispetto ai brani iniziali, ma si assesta comunque su livelli più che buoni, dove spicca l’eccellente “Paradigm Change”, dalle sonorità vicine all’hard rock. L’elevata prolificità discografica dei Rage non va a discapito della qualità, grazie ad una formazione ispirata, coesa e che dimostra di sapersi ancora entusiasmare e divertire.
(Subsound Records) Continua i rituale dei Nero Kane, continua questo viaggio in una spiritualità folk e a tratti dark blues, una liturgia esaltata da sonorità trasversali, tra il convenzionale e l’astratto, con anche la voce dell’enigmatica Samantha Stella, a completamento di un duo unico e ormai iconico. (altro…)
(Blood Blast Distribution) Dall’immenso cosmo del metalcore e del post-metalcore emerge questo quintetto sloveno, il quale giunge al secondo lavoro. Aggressivi al punto giusto, ma anche estremamente atmosferici, amano sonorità elettroniche più seducenti che violente, tanto che l’album stesso apre con una certa dose di furia che va poi addolcendosi man mano che si susseguono le canzoni, andando a sostituire toni aspri con quelli più tetri e avvolgenti, in linea con testi che parlano di battaglia contro la sclerosi multipla, i problemi sociali, il rifiuto personale dovuto alla sessualità, senza dimenticare le paure geopolitiche… tutti problemi che toccano personalmente il frontman. (altro…)
(earMusic) È un album meno luminoso, più tetro e in un certo senso più grezzo, più diretto, questo “Don’t Sell Your Soul”, se lo vogliamo comparare ad esempio agli ultimi due lavori “Immortal” e “Universal”. Chitarra sublime come di consueto, riff granitici, irremovibili, tuonanti, mentre il microfono è condiviso tra Erik Grönwall, Robin McAuley, Dimitri “Lia” Liapakis e Michael Voss. Tre quarti d’ora, undici brani, undici chicche di hard & heavy pregiato. (altro…)
(Moment Of Collapse Records) Quartetto di Münster, dunque a nord di Dortmund, che si presenta finalmente con un album. I tedeschi Außerwelt si formano quattrodici anni fa e hanno pubblicato diverse cose ma mai un album fino a oggi. La band è dedita al post metal che lo suona con energia. Si evince dalle loro composizioni come le chitarre siano (altro…)
(Avantgarde Music) A cinque anni dal loro convincente debutto, “Seven Oracles”, tornano all’assalto gli islandesi Nexion, intensificando la loro personale formula che prende la matrice black islandese e la fonde con black e death più tradizionali, restando in ottimo equilibrio tra le sonorità tipiche della loro isola e quelle più internazionali, quelle provenienti dalle svariate varianti di black sorte in ogni angolo del pianeta. (altro…)
(Scarlet Records) Se il power metal è la vostra religione o quanto meno passione smisurata, i Terra Atlantica sono una band da tenere in considerazione per rifocillare la suddetta passione. Per quanto siano derivativi, i tedeschi Terra Atlantica sono nella sostanza più pura, il power metal nella sua forma (altro…)
(Sumerian Records) Le Kittie si formarono nel 1997, con l’ondata nu metal nel suo massimo splendore e dalla quale hanno attinto il loro essere. Mercedes Lander, batterista, e Fallon Bowman, chitarra, fondano la band alla quale poi si aggiunge la sorella di Mercedes, Morgan e la bassista Tanya Candler. Da allora però sono state poi le Lander a pilotare le sorti (altro…)
(ROAR) Elettronica, atmosfere pulsanti ma anche lugubri, una loro variante della Neue Deutsche Härte, atmosfere cinematografiche e metal moderno… il tutto etichettato come ‘Movie Metal’. È il secondo disco della band svedese e, come per il debutto, legano i brani ad uno storytelling suggestivo, con ogni pezzo che rappresenta un capitolo una trasformazione, con la rappresentazione scenica dei personaggi interpretati dai misteriosi membri della band, cosa che poi si evolve ulteriormente con la teatralità degli spettacoli da vivo. (altro…)
(Gates Of Hell Records) Secondo album per gli statunitensi Sölicitör, a cinque anni di distanza dal convincente debutto “Spectral Devastation”, un concentrato di speed metal old school tagliente e senza fronzoli. (altro…)
(autoproduzione) Lorenzo Casini, fiorentino, debuttante, cantante, chitarrista e dunque autore, pubblica questo EP intitolato “Kid Man Kid”. Si apprezza l’apertura da parte di “My Moon”, in quanto marca da subito le coordinate di stile. Suoni vibranti, un tono sentito nel cantare e nella stessa musica che si sviluppa su un retroterra quasi grunge, forse di natura (altro…)
(Century Media / Sony Music) Orbit Culture sono un prodotto della scena metal di questi anni e lo si percepisce da come manifestano energia, con toni muscolari nel riffing quanto nella base ritmica. L’architettura dei pezzi è una nervosa e volubile espressione strutturale che incamera melodia, forza, influssi dell’elettronica e sporadiche (altro…)
(Karisma Records) Continua il viaggio della norvegese Karisma Records impegnata nel pubblicare nuovamente l’intero catalogo dei connazionali progster White Willow, gruppo nato nel 1992 per mano di Jacob Holm-Lupo, che al tempo era membro della pop band The Orchid Garden, e il tastierista Jan Tariq Rahman, della jazz-rock/prog rock band Duggvåte Dverger. (altro…)
(Les Acteurs de L’Ombre Productions) Secondo tomo per i Vígljós attraverso Les Acteurs De L’Ombre Productions. Il primo album “Tome I: Apidae” è stato invece pubblicato dalla nostrana Dusktone lo scorso anno. Il trio di Basilea nel primo album ha basato la propria letteratura testuale sull’apicultura, mentre in questo nuovo album vuole rendere attenzione (altro…)
(Avantgarde Music) Dopo due acclamati lavori in studio, è giunta l’ora per gli Ad Nauseam della prova dal vivo, proponendo questo album che immortala la band vicentina durante l’esibizione tenutasi il 22 Aprile 2023 a Tilburg, in Olanda, in occasione Roadburn Festival, uno show che ha visto la formazione riproporre per intero il secondo album “Imperative Imperceptible Impulse”, uscito nel 2021. (altro…)
(About us) Progetto tedesco, in giro dal 1989, con il main man Axel impegnato su molti altri fonti: bassista in tour per We Butter The Bread With Butter, Placenta, Turbobier, oltre che youtuber, podcaster, DJ, per varie realtà radio, discografiche o legate a eventi, Wacken compreso. (altro…)
(Hammerheart Records) Un nuovo album dopo ben otto anni per i Vintersorg di Andreas Hedlund, rilancia una band che spesso ha brillato per la sua capacità di mettere in musica quell’appartenenza alle terre del nord. Gli svedesi presentano un lavoro ben prodotto, limato nonostante i suoni siano un po’ compressi, dove elementi folk e (altro…)
(High Roller Records) Charly Steinhauer è oggi i Paradox, infatti dopo decenni il bavarese suona tutti gli strumenti, ha programmato la batteria e cantato in questo decimo album. In più ha curato la produzione e l’unico ad averci messo le mani su “Mysterium” è Patrick W. Engels, responsabile del mastering. Nati nei lontani anni ’80, Paradox è (altro…)