(Hell & Back Recordings / Silver Lining Music) Undicesimo capitolo nella bellissima storia degli Europe. Una storia che si avvicina ormai ai 40 anni, con una line up stabile che ha avuto qualche piccolo tumulto in passato ma che rimane invariata fin da prima dalla gloriosa reunion del 2003… una reunion vera, artistica e non certamente commerciale, pensata per fare soldi con materiale classico. Ritengo infatti che gli Europe fino a “Prisoners in Paradise “ siano stati dei grandi artisti della loro epoca, ma sono convinto che la vera arte, che la vera vena artistica sia emersa dal 2003 in poi, ovvero quando la band ha iniziato a sfornare un capolavoro dietro l’altro, tanto che “Walk The Earth” è il sesto lavoro post-reunion, affermando ormai con certezza che i veri Europe non sono dell’era passata, quella di “The Final Countdown”, ma sono questi, quelli adulti, quelli intelligenti, quelli che sanno comporre musica con armonia, stile, musicalità e coinvolgimento. Sono gli Europe che negli ultimi anni hanno sfornato capolavori unici come “Bag of Bones” (recensione qui) o “War of Kings” (recensione qui), album maturi ed in un certo senso rivoluzionari, non certo frutto di una band che si è seduta sul proprio successo, un successo da alimentare suonando sempre lo stesso materiale o genere in senso stretto. E “Walk The Earth”? Domanda pericolosa. Secondo i miei gusti il nuovo lavoro non supera i due precedenti, che a mio parere erano una specie di concentrato di hit. Non li supera ma non resta nemmeno indietro! C’è semplicemente una diversa angolatura, un diverso punto focale… rimane la maestria musicale del quintetto, rimane il concetto melodico, rimangono musicisti di altissimo livello capitanati da un vocalist tra i migliori sulla piazza, sia per voce che per uso emozionale e teatrale della stessa. “Walk The Earth” è il brano tipicamente Europe, con un crescendo costante ed una performance vocale sublime, circondata da keys intense e chitarre infallibili. Grintosa “The Siege”, un brano tendenzialmente metal reso più caldo non tanto dalla voce ma proprio dal modo di cantare di Joey. Appare un’anima vagamente blues su “Kingdom United”, un brano che poi diventa epico ed incalzante. Struggente e profonda “Pictures”: è innegabile che le ballad gli Europe le sanno fare molto meglio di chiunque altro, sia a livello esecutivo che, in particolare, compositivo. “Wolves” è oscura e provocante, veramente ben riuscita, trionfale ed energetica. “GTO” offre potenza nel ritornello ed un feeling vintage. Inquietante e nervosa “Haze”. Mentre la conclusiva “Turn To Dust” è un altro brano memorabile, con violoncello, hammond, cori e risulta assolutamente coinvolgente, seducente e tentatore. Chi sono gli Europe nel 2017? Sono musicisti sinceri. Puri. Creativi. Ed estremamente focalizzati sulla loro arte, sulla loro musica, sulla loro essenza e storicità stilistica.

(Luca Zakk) Voto: 8,5/10