coptheunripes(Street Symphonies Records/Andromeda Dischi) Sconvolto. Non capisco. Una piacevole confusione si materializza dentro di me quando ascolto questo album. Certo, considerata la label che lo pubblica mi aspettavo un hard/glam schietto e deciso, potente e graffiante, di quelli che ti fanno voglia di aggrapparti alla bottiglia di Jack. Però questi THE UNRIPES, Italiani, appaiono strani, diversi, inusuali. Certo, la bottiglia di Jack non te la fanno certo mollare. Anzi. Te la fanno scolare, per perderti nello sballo, lasciarti andare a pezzi innovativi, come la opener, ironicamente intitolata “Track N° 1”, dove mia confusione inizia a materializzarsi: suoni elettronici, effetti. Poco hard, poco rock. Molto moderno, quasi dark. Il pezzo si evolve, le chitarre si scatenano, la voce di Axia caccia un grido infinito, ed arriva il riff, quello che fa dimenare le chiappe delle fans esaltate in prima fila, spezzare il collo dei die hard metallers. Axia graffia di brutto, e l’intera band innalza un muro sonoro bestiale. Il pezzo improvvisamente diventa hard rock selvaggio e diretto, per tornare ad evolversi con cattiveria ed un assolo decisamente heavy. Segue “Reload”. Arma carica e hard rock potente, pesante. Con il secondo pezzo è già chiaro lo stile molto moderno della band, ma decisamente ancorato ai canoni più potenti del vero hard rock, con l’aggiunta di una componente pesante e aggressiva, che più di una volta abbraccia l’heavy metal. Un esempio concreto è la power ballad “You Are the One”, dove la pesantezza del suono è granitica, mentre la voce squillante di Axia riesce a creare emozioni interpretando in maniera sublime il pezzo. Molto più sleaze la irrequieta “Until the Day I Die”, mentre decisamente hair metal la travolgente “My Muse Is Called Rock’n’Roll”, con quel coro che sembra uscito da un’arena durante un concerto negli anni ’80. Adoro la cover di Geri Halliwell, “Scream If You Wanna Go Faster”. La canzone originale fa schifo. Ignoravo chi fosse questa sciacquetta ex Spice Girl, e vorrei anche ignorare chi siano o siano state queste Spice Girls; ma per dovere di cronaca sono andato a documentarmi, sentirmi la canzone originale. Inizia con un V8 americano che parte a razzo, che si trasforma in una canzonetta noiosa con una voce senza senso. La versione degli UNRIPES inizia con un moto a quattro cilindri che passa a velocità ultrasonica inseguita dalla polizia, per poi far scatenare un hard rock mostruoso, pesante, aggressivo, musica che annienta, che travolge. Inizio a pensare che l’originale sia questa, mentre la cover, molto mal riuscita, deve per forza essere la versione della biondina britannica. I trentasette minuti di questo “This Is Not America” finiscono con l’emozionante “The Star Beyond This Wall”, un hard rock ricco di arpeggi non distorti , ed un ritmo pulsante, una voce potente, una canzone che quasi abbraccia lo stile intramontabile di  David Coverdale. Finisce l’album. Rimango confuso. Non ho ben capito cosa fanno, cosa propongano. So solo che suonano molto bene, e che nella mia mente sono rimaste queste indelebili tracce di emozione, di rock, di energia pura.

(Luca Zakk) Voto: 7,5/10