Nuclear Blast-Audioglobe) Ne è passata di acqua sotto i ponti dai tempi di “Savage Poetry”! Oggi gli Edguy di Tobias Sammet sono al nono album in studio, e il vulcanico singer sembra essere tornato ad occuparsi della sua prima creatura, accantonando temporaneamente il ben più remunerativo progetto Avantasia. Il primo brano in scaletta di questo “Age of the Joker” è il singolo, “Robin Hood”: otto minuti e mezzo di trame sonore che vanno dall’epica delle keys alla carica power del ritornello, passando per l’afflato mistico del break di organo e per il solo coi suoni caratteristici della band. Un brano sicuramente non facile da assimilare né forse adatto ad essere il portavoce del nuovo album: quello che è chiaro, però, è che il sound della band è sempre più vicino all’hard rock che al power di “Vain Glory Opera” o di “Hellfire Club”. La sensazione è ancora più evidente con le ‘leggere’ “Nobody’s Hero” e “Two out of Seven”, peraltro non memorabili, mentre si fa notare “Rock of Cashel”, che dopo una prima parte ‘classica’ si trasforma in una specie di ballad medievale. Fuori luogo i suoni southern di “Pandora’s Box”: uno dei consueti scherzi della band? “Faces in the Darkness” è forse il pezzo in cui si respira maggiormente il vecchio spirito Edguy, ma alla lunga si rivela un po’ piatto: molto meglio “The arcane Guild”, con il suo solare ritornello. Altro momento interessante è la lunga “Behind the Gates to Midnight World”, la quale offre un minimo di sperimentazione con un avvio molto pesante e ricche melodie. La ballata finale “Every Night without you” ricorda invece fin troppo “Save me” da Rocket Ride. Capirete insomma che non siamo di fronte a una prova eccezionale dei burloni di Fulda: c’è tanto buon materiale ma anche qualche scivolone. E non credo piacerà ai fan storici. Disponibile anche in doppio LP e in un lussuoso quanto limitatissimo box.

(Renato de Filippis) Voto: 6,5/10