(Nuclear Blast-Audioglobe) Date ai Nightwish quello che è dei Nightwish, mi verrebbe quasi dire: in altre parole, a chi scrive (come ormai temo a tanti altri) la band finlandese non sta più simpatica come prima, ma continua non sbagliare un colpo. “Imaginaerum” è il secondo ellepì con Anette Olzon e i nostri suonano ancora incredibilmente freschi e convincenti: ogni prova appare diversa dalla precedente ma in continuità di ispirazione. L’album inizia con la musica di un carillon: la fumosa intro “Taikatalvi”, cantata solo dal buon Marco Hietala, è la chiave musicale posta all’inizio del disco e mette in chiaro all’ascoltatore cosa lo aspetta. “Storytime”, il primo singolo estratto, sarà anche canonica nelle soluzioni, ma il songwriting e la produzione boombastica permettono di sorvolare facilmente su eventuali banalità: insomma, un’altra canzone che è impossibile non cantare! “Ghost in the River” contiene quella teatralità alla Danny Elfman che sarà caratteristica di tanti brani del disco; più azzardate, ma non per questo riuscite male, le divagazioni jazz-operistiche di “Slow Love Slow”. Ritmi celtici e festaioli, a dispetto del titolo, in “I want my Tears back”, un altro degli apici di “Imaginaerum”, mentre “Scaretale” ci porta senza mezzi termini a teatro per un racconto dell’orrore. Decisamente singolare “Turn loose the Mermaids”, ballad acustica con un intermezzo orchestrale che, incredibile a dirsi, sa di colonna sonora western; il power più puro e tradizionale si ascolta in “Last Ride of the Day”. Nella lunghissima “Song of Myself” sono troppe le parti parlate: magari seguendo ogni parola e booklet alla mano il tutto potrà anche essere interessante, ma non è un brano che possiate ascoltare in macchina mentre andate al lavoro! Il disco si conclude con la titletrack, sorta di medley orchestrale di tutti i temi dell’opera. Ora si tratta di aspettare il film “basato sull’album”, come dicono i teaser! Disponibile ovviamente in tutti i tipi di formato e di limited edition.

(Renato de Filippis) Voto: 7,5/10