copingrimm(Trollzorn Records) Quarto disco per i rudi Mittelalter-metallers tedeschi Ingrimm, che fin dal titolo (che significa semplicemente “Impiccatelo!”, come chiaramente indica anche la cover) fanno capire quanto siano cattivi e determinati. E se ancora non ci credete, guardate in giro le foto promozionali… “Hetzer” (“Colui che ha fretta”) è molto dura, con chitarroni pesanti che hanno vaghissime reminiscenze industrial: forse il paragone più vicino, nel genere, sono i Nachtgeschrei, ma direi che siamo molto lontani dall’ariosità di una formazione come i Saltatio Mortis. “Carpe Diem”, infatti, non ha traccia di strumenti tradizionali fino al finale, e sarebbe quasi una tirata power/thrash! Si va più verso il mittelalter rock con l’allegrotta “Asche auf mein Haupt” (“Cenere sulla mia testa”); incalzanti la serrata “Schwarzer Gold” (“Oro Nero”) e la titletrack cattivella e ‘commerciale’, mentre “Sanduhr” (“La Clessidra”) ha delle chitarre tedesche nell’anima, oserei dire, che fanno riuscito contrasto con un violino molto folk. Il pezzo migliore questi ragazzi se lo tengono per la fine: “Engel” (“Angelo”) è rabbiosa ma epica, disincantata quanto emozionante. Un disco naturalmente riservato al mercato che parla tedesco, fra Austria, Germania e Svizzera, ma che potrebbe piacere anche a chi apprezza cornamuse e strumenti tradizionali.

(Renato de Filippis) Voto: 7/10