copblacklash(Iron Shield) Giubotto di jeans, occhiali Ray-ban, spandex, Converse ai piedi, e la voglia matta di suonare anni ’80: i giovani tedeschi Blacklash confezionano un secondo album che è un vero e proprio omaggio all’heavy metal delle origini, costruito secondo i canoni che tante band, soprattutto in Svezia e nella nostra Italia, stanno adottando con passione. Nonostante la produzione un po’ leggera, “Empire rising” si fa ben apprezzare nella sua spontaneità NWOBHM e soprattutto nel break strumentale dai toni quasi medievaleggianti. “Stellar Master” colpisce in velocità, col suo semplice ma incisivo refrain, mentre affascinano le tonalità epiche della prima parte di “Edge of the World”, che si conclude poi con una pioggia di assoli maideniani. Accelerazioni e ripartenze heavy metal rock per “Rock’n’roll”, mentre “Wild and free” è la più classica delle cavalcate. I nostri riescono addirittura a indovinare, cosa non sempre semplice, i toni della ballad: ne viene fuori una “Made of Steel” che ha degli accenni quasi romantici… Con la grintosa “Don’t touch me” si chiude un disco manieristico ma ben concepito. Per chi ama gli Enforcer, ma anche (e soprattutto) formazioni più di nicchia, come i Gaskin, i Saracen o i Truffle.

(René Urkus) Voto: 7/10