copgallowspole3(Pure Rock) Per quanto i miei ascolti vadano spesso in altre direzioni, sono anni che subisco il fascino discreto degli austriaci Gallows Pole (si veda ad esempio qui). Con la loro miscela di dark, prog, classic rock e qualche punta di new wave, i nostri finiscono per riportarmi alle atmosfere delle sperimentazioni musicali che nascevano a Berlino Est poco prima della caduta del muro; “Doors of Perception” non fa miracoli, sia chiaro, ma ha un’anima sfuggente e nostalgica che me lo rende particolarmente godibile. Per una “Burn it down” che mescola lo stile tipico della band ai suoni degli AC/DC, “Angel Eyes” si sviluppa su un ritornello d’eccezione; ma è “Learn to live”, con il suo crescendo, a testimoniare il meglio che ha da offrire questa band fuori dagli schemi. Sono bellissimi anche i due minuti strumentali, incredibilmente alla Led Zeppelin, di “Watching the Sun go down”; “Someday soon” si divide fra passaggi vicini all’ambient e un rock di sostanza, forte ma mai invadente. In “Your own Demons” sono protagoniste le tastiere e l’hammond, sempre morbidi e soffusi; la titletrack ci accoglie nel finale, con quasi dieci minuti meditativi, dove si intersecano almeno tre decadi di musica (i ’70, gli ’80 e i nostri anni ’10) in un mix sui generis. Mi sento di premiare “Doors of Perception” con un voto alto: gli austriaci se lo meritano, per le trame minimaliste e a tratti struggenti che riescono a creare.

(René Urkus) Voto: 8/10