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(autoproduzione) Il progetto dei lussemburghesi 352 Poserkiller tenta di combinare le sonorità tipiche e cadenzate del doom con quelle più secche e saturate dell’hardcore beatdown. Il risultato è senza dubbio particolare e sotto certi aspetti interessante. Non è certo facile come idea, ma potrebbe risultare molto innovativa. Il problema che emerge alla base della scelta coraggiosa di questi ragazzi è l’impostazione delle sonorità stesse. Gli stacchi all’orecchio non arrivano netti, saturati, ma al contrario risultano soffici, riverberati e a tratti confusi. È il caso di “Cho”, il primo (e a mio parere il migliore) titolo al quale mi sono dedicato. Al primo grezzo ascolto ho percepito un po’ di confusione audio, come se fossero stati scelti i preset di chitarre e vocals sbagliati per il genere che stavo ascoltando, tuttavia ad un certo punto il brano si apre in un paio di break interessanti, in cui mi ha riportato alle orecchie alcune sfumature dei Dark The Suns. Segue poi un altro riff, e a metà canzone parte un moshbreak in puro stile hardcore che, se fosse stato ben saturato, con suoni e distorsioni nette, non protratti da eco vari, sarebbe stato d’impatto. Per quanto riguarda “Kill The Cunt Ov Death” non si può dire che questo pezzo sia uniformato al precedente: le sonorità doom e black sono ben evidenti. Riff ampi ed aperti, molto acidi, alla “Enthrone Darkness Triumphant” dei Dimmu Borgir, mentre l’aspetto dello sperimentale beatdown è minore. L’atmosfera è sicuramente più omogenea e dark e il risultato non è male. Anche i brani “Mike Efron” e “Oh Pen! R.M.S.” riprendono maggiormente i toni doom-black, come sonorità e composizione del brano, facendo emergere alcune scintille piacevoli come il break melodico della prima e lo stacco synth a metà circa della seconda. Persiste però in entrambe il senso di “confusione” legato al discorso iniziale. Come pezzo introduttivo la band presenta “The Dying Headbanger’s Last Mosh”, una sorta di requiem costituito da un assolo di tastiera/synth, e non dal bel mosh ritmato che ci si aspetta. In conclusione, premettendo che a titolo personale ho sempre apprezzato le idee innovative e le band sperimentali, il grosso limite che ho potuto notare in questo EP dei 352 Poserkiller è come detto prima la scelta del sound set, che non scandisce a dovere l’idea di mesh up tra generi che si sono preposti di ottenere. Forse prendendo spunto dall’impostazione audio adottata da band quali Dark The Suns oppure i Thee Orakle il risultato sarebbe più d’impatto.

(Devis Cortese) Voto: 5/10