(Osmose Productions) La band norvegese Abyssic giunge al terzo album in studio esprimendo il proprio doom metal in maniera sinfonica e con lievi influenze evidentemente death metal. Uno stile ormai calibrato con gli album “A Winter’s Tale”, molto interessante e inciso nel 2016, e “High the Memory”, del 2019 e con un tono forse meno incisivo rispetto al precedente. “Brought Forth in Iniquity” palesa la capacità degli Abyssic a suonare un doom-death dai grandi manti sinfonici. Questi ultimi sono incisivi, ben orchestrati nell’album che in compenso non sembra esprimere un tessuto metal altrettanto accattivante. In poco oltre 50′ la band crea sei composizioni con un’orchestrazione invitante, con momenti delicati e altrettanto maestosi o inquietanti, mentre le canoniche chitarre, basso e batteria, oltre a un growl al microfono di Memnoch, un ex Old Man’s Child, creano poi la parte pesante del tutto. Gli Abyssic arrangiano bene i pezzi ma i synth sembrano essere l’elemento forte dell’album, mentre tutto ciò che arriva dall’elettricità degli altri strumenti possiede si una sua solidità di accompagnamento che tinteggiare l’atmosfera, però offre appunto l’idea di un accompagnamento e non il nocciolo della composizione. I norvegesi accostano i loro pattern ritmici, il growl quanto il lavoro delle chitarre a queste poesie orchestrali per rinforzare, edificando il proprio impianto musicale. Questa scrittura dei pezzi è legittima, però con un comparto metal più propositivo sarebbe tutto più interessante.

(Alberto Vitale) Voto: 6,5/10