(Art Gates Records) Se “Sinergía” aveva dato l’impressione che gli Ankhara stessero vivendo una seconda giovinezza, dopo l’exploit di inizio anni 2000, questo “Premonición” offre invece la sensazione di una band meno tonica, che si limita a produrre un album ‘d’ordinanza’. Quale può essere il problema? Il riff ‘ignorante’ di “Huida” apre bene il disco, ma si ha da subito l’impressione che il singer Pacho Brea, voce decisamente rappresentativa del metallo iberico, si sforzi troppo sugli acuti. Martellante, ma anche un po’ statica “Lentamente”, che di nuovo fallisce qualcosa nella linea vocale del ritornello… finalmente, la serrata (per quanto ultraclassica e sempre sguaiata) “Esperando en la Eternidad” è una buona canzone, e “Levantar mi Alma” indovina un bel refrain da cantare. Il fatto è che il disco non decolla: “Tu Revolucion” dà immediatamente quella sensazione da ‘sentito mille volte’, e i pur godibili inserti thrash di “Sin suplicar” non ravvivano veramente la situazione. Confidiamo che l’intoppo sia momentaneo; il metal spagnolo ha certamente già vissuto la sua stagione migliore, ma questo non vuol dire che sia defunto!

(René Urkus) Voto: 6,5/10