(Darknagar Records) Russia, Pyatigorsk, siamo alle porte del Caucaso. Alextos Georgiadi, voce e basso, diventa il frontman degli Atra Hora, dopo uno scossone all’interno della line-up. Lui e Yanis ‘Shaxu’ Georgiadi, chitarra e voce, e Genrih, batteria e percussioni, incidono un album dal titolo “Lost in the Depths” e che si avvale di una cover realizzata dall’artista W.Smerdulak, già autore per Asguard, Dark Princess, Devilish Distance, Forgive Me Not, Inexist, Anachronaeon, Rossomahaar e altri). La pubblicazione avviene da parte della label della stessa band, la Darknagar Records. Era il 2010. Arrivano nella famiglia Atra Hora anche Maria “Neit Shu” (tastiere) e Nicolaos ‘Ijhi’ (chitarra) e iniziano i lavori per “Via Combusta”, album che fa leva sulle influenze della cultura greca, la quale lingua verrà usata anche per tre canzoni. “Via Combusta” racchiude un mondo fatto di death, black,dark e doom metal. Un mondo oscuro, tenebroso, dove convivono alcuni blast beat, mai troppo estremi, melodie molto gotiche, refrain epici e qualche spunto più sul versante etnico, grazie all’opera percussiva di Genrih. Il primo ascolto cattura, ma alla lunga denota un senso di poca coesione nei vari pezzi, ma non dura molto, alla fine basta sintonizzarsi sulle melodie, sempre armoniose e pronte a rievocare scenari antichi. Si, occorre comunque qualche ascolto supplementare: l’album dura almeno 50′ e la materia esposta è tanta, anzi è estremamente variegata e cangiante. Un flusso continuo, dove  le armonie, i tappeti delle tastiere, gli scorci strumentali dal tocco caucasico, le polifonie, le percussioni, le fasi neo psichedeliche e tanto altro ancora hanno bisogno delle vostra attenzione e abbandono per sedimentarsi nelle vostre menti. Tutto questo è sommamente riassunto nei 12′ di “Phobos” o in “Hronos”, ma c’è ancora altro e vi esorto a scoprirlo!

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10