(Century Media) Samaël, Hubbath, Sløth e Obesyx, rispettivamente batteria, voce e basso, chitarra e chitarra solista suonano bene, pur presentandosi in maniera fittizia. La Century Media dietro di loro, il blackened death metal espresso con una produzione fiammante, con missaggio e masterizzazione di Dan Swanö, vengono controbilanciati da un alone di mistero che avvolge l’ignota provenienza dei musicisti. I Belzebubs arrivano dalle foreste del nord e dai fumetti del finlandese J.P. Ahonen. Strisce nelle quali i personaggi sono dei black metallari che combattono con vicende quotidiane, cercando però di restare comunque dei black metallari! Una virtual band dunque, ovvero un gruppo musicale dipinto, raffigurato ma che esiste al di fuori dell’universo grafico, sia esso cartaceo o televisivo, cinematografico, dunque nella realtà. Nulla di diverso da quanto fece il grafico Jamie Hewlett con i Gorillaz di Damon Albarn. Un po’ di brani ricordano la freschezza delle melodie degli Old Man’s Child, le trame di Amon Amarth e le atmosfere sinfoniche dei Ghost e primi Arcturus; il tutto però in una visione estrema, uno spettro sonoro nel quale melodic death-black si sommano con differenti gradi di coesione. Album d’esordio dopo un 7” che ha ben venduto, “Blackened Call” l’estate scorsa, impatto e melodia contraddistinguono ogni passo di “Pantheon of the Nightside Gods”. Visione delle cose a tratti eterea e prog, con il brano “The Crowned Daughters” sembra di assistere ai primi Opeth ma in una visione meno soporifera e “Acheron” si avvicina anche a questo, oltre a rendere omaggio alle melodie epiche della tradizione metal finnica. Con ospiti di un certo peso, come ICS Vortex (Dimmu Borgir e Arcturus), Desibelius e Skvllcraft, che doverbbe essere Lindsay Schoolcraft dei Cradle Of Filth. La scelta dell’anonimato certo paga in termini di immagine, sembrerà un ossimoro ma nel mondo del metal dove l’immagine pesa nella comunicazione, porta certamente i suoi frutti commerciali o meno che siano.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10