copBlackJesus(Grindhead Records) L’Australia e l’Oceania in genere sono sempre state a margine della scena metal, se si escludono alcuni casi isoati, come i mitici AC/DC o i power metallers Pegazus. Ultimamente, però, sembra che qualcosa si stia muovendo, visto che ultimamente si stanno moltiplicando le uscite dalla terra dei canguri, come i thrashers Harlott, i grinders Super Fun Happy Slide e questi Black Jesus, band dedita ad un blackened death metal influenzato da acts quali Autopsy, Morbid Angel e Brutal Truth, il tutto mescolato con robuste dosi di thrash metal. Il risultato è un sound violento, brutale ma catchy allo stesso tempo, con brani dalle ritmiche abbastanza sostenute, ma che non raggiungono velocità eccessive, mantenendo sempre un gusto compositivo che non sfocia mai nel caos o nella cacofonia. Un esempio di quanto appena detto è la title track, aperta da un riff dal sapore doom, di scuola Autopsy che precede un’accelerazione possente accompagnata da un growl feroce, interrotto da un indovinato stacco thrash cadenzato. Ottima anche la breve e veloce “Detonation”, pezzo anch’esso di scuola Autopsy/Obituary, con un’accelerazione davvero notevole nel finale. Tutto l’album suona totalmente old school, anche grazie ad una produzione che valorizza ogni strumento, ma allo stesso tempo mantiene quel feeling brutale che caratterizzava il death metal dei ’90’s. Nonostante l’originalità sia ridotta ai minimi termini, le composizioni sono di ottima fattura che non mancheranno di incontrare i favori dei deathsters incalliti.

(Matteo Piotto) Voto: 6,5/10