(Century Media Records) Maestoso. Imponente. Irresistibile. Intenso. Non ci sono molte altre parole per definire “Fall”, il dodicesimo album della band norvegese capitanata dal chitarrista Øystein Garnes Brun e dal poliedrico vocalist ICS Vortex (Arcturus, ex Dimmu Borgir). Black metal travolgente, progressive metal eccitante, passando attraverso una variegata dimensione sonora la quale non nega le divagazioni ormai dominate e marchiate a fuoco da acts quali i Solefald. È il libertinaggio stilistico della voce di ICS a dare più ampio spazio a brani che si fanno ascoltare con immensa passione per poi sfuggire, scappare, dileguarsi nell’etere… prima di tornare rinnovati, quasi riscritti, risuonati, nuovamente concepiti… come se “Fall” fosse un album che si rinnova e si auto genera ad ogni ascolto. È contrastante “Summits”, tra la sua poesia e la sua violenza. C’è senso epico in “Nordic Anthem”, mentre la dimensione imprevedibile e prog di “Afar” cresce con prepotenza. Suggestiva “Moon”, brevemente violenta ed immensamente teatrale “Stars Ablaze”. “Unraveling” svela dei Borknagar totalmente imprevedibili oltre che dotati di una fantasia perversa; ecco la poesia dilagante di “The Wild Lingers” (e i Solefald tornano con prepotenza), prima della lunghissima e conclusiva “Northward”, un brano ricco di accenti, di percorsi da esplorare, di libertà compositiva quasi senza precedenti. Poesia. Pura e indomata poesia musicale. Nella galassia del black, dentro la nebulosa delle band black con un qualcosa che va oltre lo standard, brilla di luce più intensa la stella dei Borknagar, una stella che guida, una stella che mostra il cammino, una stella che conduce in un nuovo ed irresistibile mondo sonoro!

(Luca Zakk) Voto: 10/10