(Nuclear Blast Records) Frettolosamente etichettati come ‘black metal’ dalla loro stessa etichetta, dichiarati tra sludge, doom e post metal altrove, gli inglesi Conjurer sono molto lontani dall’essere propriamente e correttamente classificati. La verità è che questa giovane band riesce con maestria ad integrare, non semplicemente mescolare, qualsivoglia influenza rientri nei range delle loro preferenze, gusti o necessità espositive: il black è presente, ma anche l’hardcore; ci sono viaggi introspettivi tanto melodici quanto pregni di quell’oscurità asettica del post metal. Il doom non manca e quando emerge vuole essere sporco e destabilizzante, mentre i numerosi arpeggi risollevano dalla polvere facendo sognare… sogni che poi diventano incubi grazie alle molteplici interpretazioni vocali, le quali spaziano dal growl allo scream, dal potente clean a quelle spoken vocals femminili. “It Dwells” rappresenta bene l’album, ma ogni pezzo offre twist tanti imprevedibili quanto geniali, come rivela la corposa e seducente “Those Years, Condemned”. Veramente coinvolgente “All You Will Remember”, imprevedibile e furibonda “Suffer Alone”, trionfale la conclusiva “Cracks In The Pyre”. Un album con capitoli importanti, sempre sorprendente, tutt’altro che immediato o facile ma decisamente in grado di incuriosire, attirare ed intrattenere.

(Luca Zakk) Voto: 9/10