(Forever Plagued) Prima volta che mi capita di sentire del black che assomiglia a tratti a dell’hardcore. Fermi tutti, son solo accostamenti, non siamo di fronte a del black punk, sia chiaro. Così snaturerei il disco e non è mia intenzione, visto che comunque siamo di fronte ad un buon prodotto. Intanto, pur essendo black classico e oltranzista, non so come spiegarlo ma c’è un che di dolce e tranquillizzante nella proposta di questi spagnoli. Non mi si chieda il perché o il per come, ma è così. Una sorta di sottofondo soave permea l’album dalla prima all’ultima traccia, ma ascoltati un po’ i testi devo confinare questa mai considerazione come un abbaglio clamorosissimo… Diciamo quindi che siamo di fronte a del black vecchio stile, veloce e maligno, cantato con cattiveria vera e per nulla recitata, dove lo spazio per le ritmiche lente e le parti strumentali è davvero davvero poco. Un disco come si faceva il black una volta, a genere appena inventato. Ancora una volta il suono è così così ma sono sicuro che la cosa è voluta e vorrei ben dire… Ecco, a conti fatti potrei dire che gli spagnoli sono gli equivalenti in terra caliente degli Horna. Direi che come paragone ci siamo proprio. Oltranzisti.

(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 8/10