(Black Tears) Tre album in carriera per questa creatura ligure che sembra nata nella notte. “Enter The Fog” è il terzo album dei Damnation Gallery, Il debut album “Black Stains”, QUI recensito, è del 2018, poi il secondo album “Broken Time” del 2020 che comprende la canzone “The Unnamed” con al microfono Sua Meraviglia Steve Sylvester dei Death SS, però l’album non è mai stato affrontato dalla redazione. Tuttavia Metalhead ha fotografato i Damation Gallery in due occasioni, QUI e QUI e ha dato resoconti live con report QUI e QUI. “Enter the Fog” è metallo in nero, cioè oscurità, tenebre, un’ambientazione crepuscolare in certi momenti, d’impatto in altri, però il risultato è quello di un tocco orrido e tormentato che smalta un po’ tutti i pezzi. “Angomarcia” apre l’album dopo l’intro “Secrets Kingdom” ed esibisce un riff cadenzato, un passo agile per un pezzo di puro impatto e piuttosto ritmato, oltre ad avere una certa familiarità con i Cadaveria. A seguire “An Istant” che è uno sviluppo più maestoso e inerpicato su un passo doomeggiante per poi accelerare verso un heavy metal agguerrito. I tratti più oscuri nella canzone emergono in maniera più incisiva rispetto alla precedente “Angomarcia”. Nelle dieci composizioni totali si distingue “Fog” con la sua prima parte d’atmosfera e un seguire alla Death SS ma rispetto ad essi i Damnation Gallery suonano in una maniera più arcigna e soprattutto con un telaio di riff e ritmi che celebrano un heavy metal dai risvolti horror e gotici. “Your Will Shall Be Done” nonostante abbia un riff e un cadenzato accompagnamento che insieme hanno un qualcosa di slayeriano, è uno dei pezzi più accattivanti nonché tra i più agguerriti. Nessuna canzone in “Enter The Fog” però ha qualcosa da farsi rimproverare. La conclusiva “Erased” merita una menzione, con la sua batteria che marca un andamento quasi marziale mentre gli altri strumenti sono leggeri, chitarre prive di distorsioni all’inizio, improntati all’arpeggio, l’accompagnamento e al ricamo, anche con synth d’appoggio che celebrano una canzone in crescendo, ed è tra le cose più belle di “Enter The Fog”. Infine, ma non perché meno importante, la cantante Scarlet è imperiosa con quella sua voce un po’ grattata, a volte invasata, sempre in armonia con questa dimensione di oscurità e nebbia.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10