(Ipecac Recordings) Dave Lombardo è uno dei più grandi batteristi della storia del metal. Ha fatto parte degli Slayer per poi separarsene, ritornare e definitivamente chiudere il suo legame con la storica band californiana. Fuori dagli Slayer Dave Lombardo si è lanciato in svariati progetti e collaborazioni, come Fantômas, Suicidal Tendencies, Testament, The Misfits, Grip Inc., Mr. Bungle, Dead Cross. Di recente l’ennesima nuova esperienza, con sua moglie Paula per il progetto Venamoris. Un musicista abile e aperto, un artista così eclettico, non aveva mai realizzato fino ad oggi un lavoro completamente in proprio. “Rites of Percussion” è il suo primo album solista e suona completamente batteristico. Accorgimenti per alcuni passaggi ed elementi del kit, cioè qualche reverbero e eco che accresca la profondità e dinamica del sound generale. Con la batteria anche la sovraincisione di qualche suono, sintetizzatori o elementi digitali nonché per un solo pezzo anche un pianoforte, tutto per ampliare l’atmosfera. Il materiale è composto principalmente da tappeti ritmici che a più riprese appaiono come sortite tribali e con i suoni d’atmosfera alle spalle che offrono l’idea di una possibile colonna sonora, per larga parte dell’album. “Rites of Percussion” nasce ipoteticamente nel 1998, all’epoca il collega e amico di tante avventure musicali Mike Patton (Faith No More ma anche Fantômas proprio con Lombardo, i due sono insieme però anche in altri progetti) gli fece ascoltare l’album “Top Percussion” di Tito Puente, autore comunque noto a Lombardo. Patton lo ha sempre spronato a incidere qualcosa di completamente personale. Negli anni Lombardo pensa, scrive, registra soprattutto cassette con esecuzioni sparse. “Rites of Percussion” è stato registrato a casa del batterista e con il supporto dello Studio 606 tra il 2020 e il 2021. Lo ha aiutato suo figlio David A. Lombardo, ingegnere del suono e impegnato nell’industria televisiva e cinematografica. Il mastering è di John Golden al Golden Mastering (Melvins, Mike Patton). Dave Lombardo ha usato due set di batteria, uno con e l’altro senza doppia cassa, ma anche altri pezzi come timpani, grancassa, maracas, gong cinesi, tamburi dei nativi americani, bonghi, cimbali ed altri pezzi ancora. Un pianoforte a coda, si sente a caso anche una chitarra distorta, ammesso che sia vera o presa da un software. Allo Studio 606 ha lavorato per il pianoforte, timpani, alcuni pezzi che suonassero più ampi, come proprio i timpani, e per le sovraincisioni. Album orientato alla batteria, ritmico non da meno evocativo nelle sue atmosfere e nei suoi intrecci che si agganciano a stili tribali e rituali, ipoteticamente perfetti per dei colossal d’avventura cinematografici.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10